Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Vita di un’insegnante di sostegno: domani è l’ultimo giorno di scuola. Ma oggi non è ancora domani

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Caro Diario,

ci siamo: domani sarà l’ultimo giorno di scuola. Sarà l’ultimo giorno in cui, entrando in aula, lo vedrò seduto, dondolarsi, sulla sedia con la sua macchinina. 

Domani sarà domani, ma oggi non è ancora domani. Sarà il tempo, sarà che non dorme, sarà che cresce di giorno in giorno a tal punto che tutto gli sta stretto: il banco, l’aula, la scuola, noi, ma scalcia e smania come un cavallo imbizzarrito. 

“Luca, fermati”, ride, salta e batte la mano destra sul quadricipite, come sempre. 

“Luca, ti prego, fermati e ascoltami”. Ride, salta e corre disinteressato lungo il corridoio. 

“Luca” gli dico perentoria “fermati”. Ride, salta, corre e fischia. 

Domani è l’ultimo giorno di scuolapenso. Lo penso e lo dico ad alta voce, mentre lui fischia, ride, salta e sbilancia la sedia facendola cadere: “Domani è l’ultimo giorno di scuola”. 

L’ho detto. Mi mordo la lingua e lo guardo. 

Ride e si mette il laccio della felpa in bocca, ma si ferma e mi guarda. 

“Scusa Luca, non volevo dirlo è che sono stanca”. Salta, batta la mano destra sul quadricipite destro, si avvicina e piazza il suo viso a un centimetro dal mio. “Pa” grida, ride e si allontana poi salta di nuovo e si siede vicino a me.  

“Luca, che c’è?!”. Ride, urla, batte le mani e succhia il laccio della felpa. Urla di nuovo. “Dai, Luca, così mi viene il mal di testa”. Posa la macchina sul banco e mi prende la mano. Aggancia le mie dita tra le sue, mi guarda come ha fatto in questi anni, ma questa volta non dice niente. Guarda la mano e mi guarda il viso. Ride, urla e batte le mani con la mia tra le sue. “Ehi Luca, così mi fai male”. 

Suona la campanella. Luca si alza, apre l’armadio, prende lo zaino, apre la zip, prende la ciotola contenente la merenda, toglie il tappo, mi guarda e aspetta. “Perché me lo chiedi?” Luca mi guarda e aspetta. “Quando suona la campanella puoi mangiare?”. Luca sorride, prende la merenda e la mette in bocca. 

“Prof ha visto?” mi dice Giulia. “Cosa?” le domando. “Luca ha imparato a fare tutto da solo” sottolinea mentre gli si siede vicino e mangia la sua merenda. Luca la guarda, non resiste e le ruba la pizza. Giulia scoppia a ridere e riprendendosi ciò che Luca le ha sottratto gli fa il solletico: “Non sei l’unico ad aver imparato qualcosa in questi anni. Io ho imparato a conoscerti. Non mi spaventi più”.

Domani è l’ultimo giorno di scuola, ma oggi non è ancora domani e così io e Giulia gli stiamo alle calcagna. Luca è un cavallo imbizzarrito, ma a noi sta simpatico e di una cosa siamo certe: ci mancherà. 

Sara

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