Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Vita di un’insegnante di sostegno: quello strano rapporto tra cultura ‘sorda’ e cultura ‘udente’

#identità #interculturalità 

Caro diario,

pensi che se faccio scrivere su un muro della scuola “L’identità non può essere definita con una negativa” il Preside mi scomunica?

È esplosa una bomba in classe. Gabriella urla (a suo modo) e si sbraccia contro Ludovica. Ludovica a sua volta urla e si sbraccia (a suo modo) contro Gabriella. Io le guardo e vorrei il teletrasporto. Sono in classe da una frazione di secondo e già so che sarà una lunga giornata. Le compagne in stile derby sono già schierate, i compagni fanno di tutto per dividerle.

Busso alla porta per attirare l’attenzione, ma si gira solo Samuele al quale chiedo di raccontarmi il casus belli. “Prof. è successo che ieri Ludovica ha presentato Gabriella al cugino definendola ‘non udente’ invece che ‘sorda’ e Gabriella non ci ha visto più”. Se si fossero contese un ragazzo la questione sarebbe stata più facile, ma qui il nodo è culturale. Ludovica ha scelto ‘non udente’ perché noi lo troviamo meno offensivo e più elegante, Gabriella si è risentita perché ci tiene ad essere definita per ciò che è e non per ciò che non è.

Faccio un bel respiro, entro a gamba tesa nel conflitto, le divido e invito – in realtà ordino visto il caos – tutti a sedersi. Miracolo vuole che oggi sia assente il collega di italiano e avrò due ore con loro.  Sembrano cavalli imbizzarriti, ma in questi casi c’è da tagliare corto.  Segno e parlo: “Gabriella prendi il cavalletto e la fotocamera, voi un foglio e una penna.” – “Va bene la matita?” interrompe il solito simpatico di turno – “Se ne hai a sufficienza, puoi usare anche il sangue” l’apostrofo per fargli capire che il mio lato accogliente è azzerato.

“Scrivete: Dopo aver analizzato sul piano morfologico, sintattico e semantico le seguenti frasi <<Gabriella è sorda>> e <<Gabriella è non udente>> scegli quella con cui si definirebbe la compagna e quella che useresti per presentarla se fossi in un contesto extrascolastico. Argomenta e motiva entrambe le scelte.”

A Gabriella assegno un compito diverso e mentre segno, traduco ad alta voce affinché tutti sentano:

 “Dopo aver analizzato sul piano morfologico, sintattico e semantico la seguente frase: <<Se io sono NON UDENTE, tu sei NON SORDO>> definisci e spiega l’identità sorda e quanto è importante per la comunità segnante”.

C’è poco altro da dire. Dopo aver lavorato quattro anni sull’interculturalità hanno tutti compreso il senso dell’esercizio.

Gabriella si posiziona davanti alla fotocamera per svolgere il suo tema segnato. Ludovica cerca il suo sguardo. Gli occhi si incrociano, Ludovica chiude a pugno la mano destra e la batte due volte sul mento. È il segno di “scusa”. Gabriella mette le mani in tasca e con la sua voce sgranata le risponde: “Fa niente”.

Sara

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