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Tfa Sostegno: quando il 40% passa con il massimo e con mezzo punto in meno non si è ammessi

Uno strano, anomalo risultato nella preselezione per accedere ai corsi TFA per il sostegno quello segnalato a Tuttoscuola da diversi candidati. Alcuni chiarimenti preliminari per capire meglio quanto successo.

Per diventare insegnante specializzato sul sostegno in Italia è necessario frequentare un intenso percorso formativo, privato e decisamente non economico (il prezzo medio è di 3.000 euro), comunemente denominato TFA, cioè Tirocinio Formativo Attivo.

La responsabilità, ed il guadagno, dell’organizzazione e della gestione di questi percorsi di formazione e specializzazione sono in capo alle università che stanno operando in autonomia.

In questi giorni i candidati stanno ricevendo gli esiti delle prove scritte e preselettive, anche se c’è disparità legata alle tempistiche (alcune università sono già agli orali, altre hanno appena pubblicato i risultati della preselettiva).

Tra i molti risultati ha destato scalpore quanto accaduto all’università Unicamillus di Roma, dove hanno superato la prova preselettiva solo candidati che hanno raggiunto il risultato massimo di 30/30, rispondendo cioè a sessanta domande corrette su sessanta.

Nello specifico i candidati per la secondaria di secondo grado che si sono presentati a sostenere la prova preselettiva sono stati 1519. Di questi, 599 hanno preso il massimo, cioè hanno risposto correttamente a sessanta domande su sessanta, neanche un errore!

Questo significa che in percentuale poco meno del 40% dei candidati ha risposto correttamente a tutti i 60 quesiti. A questi si aggiungono altri 140 candidati che hanno avuto un punteggio di 29,5. In qualunque altra università sarebbero stati sicuri di passare, ma non all’Unicamillus.

È un dato statisticamente anomalo, soprattutto se paragonato ad altri atenei.

Ad esempio i candidati della scuola secondaria di secondo grado dell’università del Salento hanno superato la prova preselettiva con un punteggio massimo di 26,5/30 (53 domande corrette su 60). Nello specifico a prendere il massimo (ricordiamo, 26,5/30) sono state due persone e altre due hanno ottenuto 26 punti su 30.

A Roma, università di Tor Vergata, sempre per la secondaria di secondo grado, si sono presentate 374 persone. Il punteggio massimo è stato 27 (una sola persona) e successivamente 5 candidati hanno ottenuto 26.

All’università della Calabria, sempre per la secondaria di secondo grado abbiamo avuto 1140 candidati. Il massimo raggiunto è stato 27 (da 4 persone), mentre altre tre hanno preso 26,5. Nove candidati hanno preso 26.

Ancora a Roma, all’università Europea abbiamo per la secondaria di secondo grado 1051 candidati, abbiamo un 28, quattro 26,5 e cinque candidati con un punteggio di 26/30.

Ieri pomeriggio, appena diffusi i dati dell’Unicamillus sui social è scoppiata la bufera, a cominciare dal fatto che molti candidati hanno ritenuto eccessivi i 19 giorni che sono trascorsi dal giorno della prova alla pubblicazione degli esiti (la prova a computer based consente di conoscerne i risultati in modo pressoché istantaneo), e sono soprattutto rimasti sconcertatati dall’elevatissimo numero di voti massimi di 30 su 30 assegnati. In effetti, che ci siano anomalie è lo stesso Ateneo a dirlo nell’introduzione alla presentazione dei voti, con queste parole:

Si pubblicano i risultati del test preselettivo riguardante la scuola secondaria di II grado svolto il 30 settembre 2021. Con l’occasione inoltre si informa che, a fronte di anomalie statistiche emerse dai risultati dei test preselettivi riguardanti tanto la scuola secondaria di II grado quanto la scuola secondaria di I grado, rispettivamente svoltisi in data 30 settembre 2021 e 24 settembre 2021, è stato presentato dall’Università un esposto alle autorità competenti, affinché siano disposti gli opportuni accertamenti in merito alla sussistenza di eventuali profili d’illiceità. Alla luce di quanto rappresentato, in attesa delle determinazioni delle competenti autorità, a tutela dei candidati e del buon nome dell’Università, si dispone in via cautelativa che i candidati che hanno superato i test preselettivi siano ammessi con riserva alle successive prove.”

Alla luce di quanto emerso, ci chiediamo, non c’è rischio di disparità? E’ possibile che in alcuni atenei, abbiamo citato l’Unicamillus, si entri solo con il massimo dei voti, dove centinaia di candidati non abbiano sbagliato neanche una domanda, mentre in altri sarebbe bastato un 21? E’ così che si promuove una cultura inclusiva?

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