#marcella&federica #sara
Caro diario,
oggi durante l’ultimo incontro di fine anno mi sono guardata intorno e ho pensato: chissà come sarò fra una quindicina di anni, chissà se sarò come Marcella o come Federica. Marcella gira per i corridoi e per le aule facendo un gran baccano. Giorno e notte sottolinea i suoi anni di esperienza, la sua specializzazione, la sua classe di concorso come se dovesse sempre difendersi, come se dovesse imporre la sua professionalità, come se i suoi lunghi ed estenuanti monologhi rivolti ai ragazzi servissero a dimostrare soprattutto a se stessa che nella classe non occupa solo uno spazio “fisico”. Federica, invece, ha un altro stile: padroneggia la vita scolastica (spazio, tempo e didattica) in silenzio.
Trovo che Marcella e Federica siano le facce della stessa medaglia: l’evoluzione della scuola italiana e del docente di sostegno. Entrambe hanno insegnato nei contesti d’inserimento poi d’integrazione e infine d’inclusione. Marcella e Federica rappresentano anni di frustrazione. Marcella che esplode, Federica che tace. Marcella che avanza anche quando non deve, Federica che indietreggia anche quando, invece, dovrebbe entrare a gamba tesa. Mi chiedo come sarò se ciò che leggo e leggerò, imparo e imparò, grazie alla formazione continua, non riuscisse a concretizzarsi. Marcella e Federica sono il risultato di una scuola inclusiva rimasta sulla carta: una scuola in cui tutti credono, ma verso la quale ancora in pochi…tendono.
Chissà come sarò fra quindici anni: io spero di essere ancora Sara che non ingombra come Marcella e non è disillusa come Federica. Io tra quindici anni vorrei essere ancora Sara che crede in ciò che è ben descritto nei documenti: una scuola accessibile e in cui, al centro, ci sono gli alunni, tutti.
Sara
Pubblicheremo ogni giovedì una nuova parte del diario di Sara, continua a seguirci!
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