8 marzo, valanga rosa nella scuola: tra i dirigenti scolastici due terzi sono donne

Nell’anno scolastico 1998-99, prima dell’autonomia scolastica, cioè, quando i 10.839 capi d’istituto in servizio provenivano per concorso dai settori scolastici dove avevano operato come docenti, gli uomini erano 6.798 (62,7%) e le donne 4.041 (37,3%): quasi due maschi ogni tre capi d’istituto.

Nel settore elementare, dove la presenza femminile tra i maestri era già molto elevata, le donne tra quel personale direttivo erano più della metà su un totale di 4.017 unità: esattamente 2.137 (53,2%), mentre gli uomini erano 1.880 (46,8%).

Nella secondaria di I grado, dove i presidi erano in tutto 3.777, le donne erano un terzo del totale: 1.268 (33,6%) e gli uomini 2.509 (66,4%). Negli istituti superiori (3.045 presidi in tutto) le donne erano soltanto 636 (20,9%), mentre gli uomini erano 2.409 (79,1%): una su cinque.

Poi è arrivata l’autonomia scolastica che ha eliminato i limiti di settore, mentre la femminilizzazione avanzava ovunque.

Nel 2006-07 la percentuale femminile tra i dirigenti scolastici arriva complessivamente al 40%: nel 1° ciclo è del 47,3%, nel II ciclo di oltre il 26%. Ormai si prospetta imminente il superamento di genere anche tra i dirigenti scolastici.

E nel 2015 il superamento è ampiamente avvenuto.

Tra i 7.448 dirigenti scolastici in servizio gli uomini si sono ridotti a 2.515, un terzo del totale, mentre le donne sono 4.933, pari al 66,2%.

Rispetto a quasi vent’anni prima, dunque, tra i capi d’istituto il rapporto di genere si è invertito a favore delle donne.

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