8 marzo, le donne conquistano la scuola: sempre meno gli uomini che scelgono di insegnare

Più diventa forte la presenza femminile in cattedra, più i “maschietti” si orientano verso altre professioni più gratificanti e meglio retribuite. Una “valanga rosa” non risparmia nemmeno la dirigenza scolastica.  Elaborazione Tuttoscuola su dati Miur

8 marzo, festa della donna, un ottimo giorno per dire che tra i settori pubblici la scuola è quello con la più alta percentuale di donne. In dieci anni la percentuale di “quote rosa” in cattedra è aumentata di oltre due punti percentuali – passando dall’80,6% all’82,7% – e, anche se in tutta Italia l’incremento è stato generalizzato, è stata la fascia delle scuole superiori a contribuire maggiormente a questo incremento di genere. Anche tra i docenti con contratto a tempo determinato la prevalenza è nettamente al femminile: le insegnanti statali con supplenza annuale o fino al termine delle attività didattiche su posti comuni e di sostegno sono infatti quasi 96 mila, il 76%. Una vera e propria “valanga rosa” che ha travolto anche la dirigenza scolastica, fino a pochi anni fa territorio a predominanza maschile. Al Meridione l’incremento più forte di donne nella scuola. Tuttoscuola ha analizzato il fenomeno elaborando gli ultimi dati Miur sul personale scolastico.

Sotto il profilo strettamente professionale questa accentuata femminilizzazione è un bene o un male? I pareri sono contrastanti e difficilmente si armonizzano in una sintesi condivisa.

Il fenomeno della crescente femminilizzazione dell’insegnamento investe tutti i Paesi economicamente più sviluppati, e suscita non poche preoccupazioni perché secondo alcuni comporterebbe un certo impoverimento della qualità dell’insegnamento soprattutto nell’area delle discipline tecnico-scientifiche, essendo i laureati maschi in tali discipline attratti da altre professioni, più gratificanti e meglio retribuite. La quasi totale assenza di uomini tra i docenti in tutto il percorso di studi preuniversitario demotiverebbe inoltre gli studenti maschi dall’intraprendere questa professione, percepita ormai come femminile.

In altri settori le donne, in particolare ai vertici, sono ancora pochissime: come ricorda il Corriere della sera, solo il 7% degli amministratori delegati in Italia e in Europa sono donne. Se sembra esserci un “soffitto di cristallo” che limita la carriera delle donne, si direbbe che ci sia una porta di cristallo che limita l’accesso degli uomini alla professione docente.

E se in molti settori si affronta giustamente il tema delle “quote rosa” per limitare la disparità di genere, forse si dovrebbe avviare una riflessione su possibili “quote azzurre” per l’insegnamento, o comunque a rendere più attrattivo per tutti il mestiere di insegnante dal punto di vista economico e della carriera.

Altrimenti la tendenza è chiara, consolidata e probabilmente destinata a continuare: la “marea rosa” si diffonderà ancora nella scuola.

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