Diplomifici/1. Il dado è tratto, ora bisogna andare fino in fondo

Con il piano straordinario di vigilanza avviato dal Ministero dell’istruzione e del merito, partito nei giorni scorsi con ispezioni nelle tre Regioni (Campania, Lazio e Sicilia) dove dalla fotografia scattata dalla nostra inchiesta risiedono gli istituti più sospetti, per la prima volta si dichiara guerra a un mondo opaco, parallelo al sistema d’istruzione, di cui ne inquina i risultati. Un business antico e redditizio, altamente diseducativo.

I dossier di Tuttoscuola, con dati e analisi esclusive e inoppugnabili, hanno da un lato fatto emergere il “boom” negli ultimi anni di questo torbido business, delineandone la mappa e le modalità di azione; dall’altro hanno spazzato via ingiusti pregiudizi e generalizzazioni che hanno coinvolto l’intero mondo della scuola paritaria, rendendo giustizia alla quasi totalità di istituti che non sono minimamente toccati da questo fenomeno. Aver indotto il Ministero a muoversi rappresenta un successo di quel “Solutions journalism” al quale ci ispiriamo, che non si limita alla denuncia delle storture del sistema (quel ruolo di “watchdog” di estrema importanza nelle democrazie), ma propone anche soluzioni sostenibili. Non è un caso che buona parte delle misure presentate dal MIM fossero state anticipate nel “decalogo” di proposte avanzato mesi fa da Tuttoscuola.

Si tratta del primo “master plan”, organizzato e strutturale, che il Ministero dell’istruzione abbia mai messo in campo per combattere una piaga che infetta da sempre il sistema educativo italiano e che si annida all’interno del grande mondo delle scuole paritarie, ledendo la loro immagine. Va dato merito al ministro Valditara di aver rotto quel velo di distrazione e di strisciante tolleranza sotto il quale potrebbero essersi nascoste anche alcune connivenze, come numerose indagini giudiziarie hanno dimostrato negli anni. Ma ad esse non avevano mai fatto seguito azioni concrete da parte delle decine di Governi che si sono succeduti. Il ticket Meloni-Valditara, sull’onda anche del clamore suscitato dalla nostra inchiesta (ripresa dai principali media), non ha chiuso in un cassetto la vicenda ma sembra volerla affrontare di petto, e con coraggio.

Il comunicato del Ministero ha indicato i punti significativi delle modifiche normative che, mediante un apposito disegno di legge, intende realizzare per prevenire e contrastare il fenomeno dei diplomifici. Qui si nasconde un rischio: l’iter ordinario di approvazione di un ddl non è mai breve e, in questo caso, potrebbe non concludersi in tempo utile (saranno necessari anche i decreti di attuazione) per avere efficacia immediata sulle operazioni preliminari costitutive dell’anno scolastico 2023-24. E tutto verrebbe rimandato di un altro anno. Per questo abbiamo suggerito l’utilizzo del primo decreto-legge presente in Parlamento per inserirvi – eventualmente sotto forma di emendamenti – anche le modifiche normative prospettate.

In ogni caso “il dado è tratto”, ora bisogna andare fino in fondo, con il sostegno di tutte le istituzioni, del mondo della scuola paritaria “sana”, della scuola statale, dei sindacati e associazioni, dei media e dell’opinione pubblica generale. Solo così si potrà sconfiggere realmente la malapianta dei diplomifici.

Per approfondimenti:

Lotta ai Diplomifici. Finalmente il piano ministeriale
Piano ‘anti-diplomifici’ del MIM: cosa prevede

I dossier di Tuttoscuola:

– “Maturità: boom di diplomi facili
– “Il gran bazar dei diplomifici. I luoghi, il business, le scappatoie”) 
il comunicato di questa estate del Ministero: “In merito all’indagine di Tuttoscuola, via alle ispezioni”

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