Ocse-PISA 2022/1. Crollo annunciato, cercasi terapia…

Questa volta, a differenza di quanto spesso avvenuto in passato in Italia e nel mondo, l’eco mediatica di PISA è stata limitata, tranne che in Francia, dove a colpire è stato soprattutto il forte calo dei risultati ottenuti dagli studenti francesi in matematica, la materia considerata nel Paese di Cartesio il principale termometro della qualità del sistema scolastico.

Probabilmente lo scarso rilievo dato quasi ovunque ai risultati dell’indagine PISA 2022 è dovuto al fatto che il forte calo complessivo del livello medio delle prestazioni era dato per scontato, come conseguenza inevitabile della prolungata e generalizzata chiusura delle scuole verificatasi nel 2021 a causa della pandemia di Covid-19.

Così a “sparare” in prima pagina sul disastro della scuola italiana, disattendendo platealmente l’invito delle giornaliste scolastiche Fregonara e Riva a non farlo, è rimasto solo il quotidiano Libero, che in un titolo a caratteri cubitali ha denunciato sgarbianamente l’“emergenza capre” (italiane) rivelata dall’indagine, anche se poi nell’articolo ha dovuto ammettere che il calo del punteggio degli italiani in matematica (-15 punti) corrispondeva a quello mondiale, e che il posizionamento dell’Italia nelle varie classifiche PISA era rimasto più o meno lo stesso, e anzi era un po’ migliorato in Scienze.

In effetti il panorama dei sistemi scolastici a livello internazionale (qui il rapporto generale Ocse-PISA) e nazionale (quil’accurato rapporto italiano presentato dall’Invalsi) rivela una uniforme tendenza al ribasso, con la conferma di alcuni fenomeni come il permanere – evidente in Italia, ma anche altrove – degli squilibri territoriali e di quelli legati a fattori socio-culturali, e con l’eccezione, in controtendenza, del forte successo registrato dai sistemi scolastici dei Paesi dell’Asia orientale.

Le considerazioni svolte da Mathias Cormann, segretario generale dell’OCSE, e da Andreas Schleicher, responsabile del settore Educazione e competenze – a voce lo scorso 5 dicembre e per iscritto in apertura dei primi due volumi del Rapporto finora pubblicati (vol. I, Risultati chiave, vol. II, Resilienza dei sistemi durante e dopo il Covid-19; ne seguiranno altri tre nel 2024) – non offrono ricette per rimediare alla crisi di risultati evidenziata da PISA 2022, limitandosi ad esortare i decisori politici nazionali a prendere esempio dai modelli e dalle pratiche in uso nei Paesi che hanno avuto maggior successo sul piano dei risultati e dell’equità, intesa essenzialmente come inclusione. Ne parliamo in modo più approfondito nella notizia successiva.

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