PISA 2022, il calo dei risultati non è dipeso solo dal Covid-19
L’ottava edizione del programma PISA, realizzato dall’OCSE a partire dal 2000 con cadenza triennale (ma questa volta in ritardo di un anno a causa del Covid), ha evidenziato un vistoso calo delle prestazioni in tutti i paesi partecipanti (81: i 38 membri dell’OCSE più altri 43). Rispetto al 2018, la prestazione media è diminuita di 10 punti in lettura e addirittura di circa 15 in matematica, con punte superiori a 25 punti in Paesi come Germania, Islanda, Paesi Bassi, Norvegia e Polonia.
Ma secondo Mathias Cormann, segretario generale dell’OCSE, e Andreas Schleicher, responsabile storico del settore Educazione e competenze, che hanno presentato questa mattina a Parigi i risultati di PISA 2022, questo netto arretramento delle prestazioni è solo in parte addebitabile alla pandemia di COVID-19, perchè il calo dei punteggi si era già evidenziato prima del 2018, e anche perché non è emersa una chiara differenza nelle prestazioni tra i sistemi educativi che hanno avuto chiusure scolastiche limitate e quelli che hanno avuto le chiusure più lunghe.
Ma non è stato così per tutti: una ragione in più, ha detto Cormann, per aiutare i decisori politici dei Paesi in difficoltà a identificare, sulla base delle analisi comparative di PISA 2022, i punti di forza dei sistemi educativi che hanno ottenuto buoni risultati nonostante i recenti shock: “Ciò consentirà ai decisori politici degli 81 paesi ed economie partecipanti di fare affidamento su queste politiche di successo, adattandole alle loro particolari circostanze, e di riformare i loro sistemi educativi per un futuro più luminoso e prospero”.
Tra i Paesi che hanno fatto notevoli progressi negli ultimi dieci anni Cormann e Schleicher (che si è avvalso come sempre di un rilevante numero di grafici e schede comparative) hanno citato Cambogia, Colombia, Costa Rica, Indonesia, Marocco, Paraguay e Romania, mentre sino stati Singapore e altri cinque sistemi educativi dell’Asia orientale (Macao e Hong Kong per la Cina, Taipei, Giappone e Corea) a fare meglio di tutti gli altri in matematica e scienze (in questo caso si aggiungono Estonia e Canada). Questi stessi paesi (ed economie, aggiunge Cormann) sono stati i migliori anche nella lettura, dove si è ben classificata anche l’Irlanda.
Secondo i relatori sono dieci i Paesi che hanno visto una adeguata percentuale di tutti i quindicenni acquisire almeno le competenze di base in matematica, lettura e scienze, “nonché elevati livelli di equità socioeconomica” rispetto agli altri (pur restando lo status socioeconomico un indicatore significativo della performance): Canada, Danimarca, Finlandia, Hong Kong (Cina), Irlanda, Giappone, Corea, Lettonia, Macao (Cina) e Regno Unito.
Tra i fattori che hanno influito positivamente sui risultati, evidenziati in particolare da Schleicher, la disponibilità degli insegnanti ad aiutare gli studenti bisognosi: i punteggi in matematica sono stati in media di 15 punti più alti nei luoghi in cui gli studenti hanno dichiarato di avere ricevuto un valido sostegno aggiuntivo dagli insegnanti.
Quanto all’impatto della tecnologia sul rendimento scolastico, le rilevazioni di PISA 2022 mostrano che i maggiori benefici derivano da un uso moderato dei dispositivi digitali a scuola: in media, nei paesi OCSE, gli studenti che hanno trascorso fino a un’ora al giorno sui dispositivi digitali per il tempo libero hanno ottenuto 49 punti in più in matematica rispetto agli studenti che hanno ad essi riservato tra le cinque e le sette ore al giorno.
Il rapporto, insieme alle analisi nazionali, alle sintesi e ai dati, è disponibile sul sito www.oecd.org/pisa.
Qui il quadro nazionale italiano, curato dall’Invalsi, e le notizie pubblicate sul nostro sito.
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