Non sparate sulla scuola

L’appello è anche il titolo del libro che due note giornaliste del Corriere della Sera, Gianna Fregonara e Orsola Riva, dedicano alla scuola, un tema del quale si occupano da anni con competenza e partecipazione, forse anche perché madri dei cinque ragazzi (tutti maschi) citati in apertura del volume, uscito lo scorso 13 ottobre 2023 in libreria e nelle edicole (Non sparate sulla scuola. Tutto quello che non vi dicono sull’istruzione in Italia, RCS MediaGroup Spa).

Diviso in dieci capitoli di agevole lettura, grazie anche a una grafica amichevole, questo libro getta uno sguardo informato e disincantato sull’universo scolastico e sui suoi protagonisti ­– studenti prima di tutto, ma anche professori e genitori, con sullo sfondo un’inadeguata classe politica – cercando di sfatare miti, come quello che la scuola di ieri fosse migliore di quella di oggi, e prendendo posizioni originali, anche in controtendenza, per esempio sugli ingiustamente criminalizzati “banchi a rotelle”, funzionali a una didattica più moderna e collaborativa, alternativa a quella frontale dei vecchi banchi a due posti e delle cattedre “con la predella”.

Egualmente in controtendenza, rispetto al catastrofismo di destra (tutta colpa del Sessantotto e di don Milani…) e di sinistra (la scuola non può cambiare se prima non cambia la società classista), è lo sguardo ottimistico con il quale queste due attente esploratrici della scuola reale – quella che si fa ogni giorno nelle oltre 364.000 classi italiane funzionanti nell’anno 2023-24 – rilevano la diffusa presenza in essa di iniziative innovative che partono dal basso e che riescono a ottenere buoni risultati in termini di maggiore equità ed efficienza: dalle scuole che aderiscono al circuito delle “Avanguardie innovative”, cresciuto in pochi anni dalle 22 scuole fondatrici alle circa 1.500 attualmente aderenti, alle scuole DADA, dove sono gli alunni a spostarsi nelle aule e non gli insegnanti, ad altre, aggiungeremmo noi, come quelle segnalate nel nostro progetto La scuola che sogniamo: sono tanti i “semi che potranno germogliare”, scrivono Fregonara e Riva con un esplicito richiamo alla responsabilità della classe politica, ma “soltanto se tutti saranno disposti a rinunciare a piantare la propria bandierina sulla scuola, impegnandosi a favore di un progetto partecipato e di lungo periodo” (p. 170).

I Paesi che l’hanno fatto (sono citati Finlandia, Estonia e Singapore, ma un altro caso esemplare è quello della Corea del Sud) sono riusciti ad ottenere importanti risultati in termini sia di maggiore equità, azzerando la dispersione, sia di più rapido sviluppo economico. Occorre però che “tutti siano d’accordo, non solo a parole, sull’importanza di investire sull’istruzione e sul capitale umano” e che vengano eliminati disastri storici come quello della dispersione e storture come quella dei diplomifici, denunciata da Tuttoscuola in due ampi dossier (citati dalle autrici), ripresi dallo stesso Corriere della Sera e da altre testate.

Rispetto a quello sull’istruzione e sulla conoscenza, “nessun altro investimento paga migliori interessi”: sono le parole di Benjamin Franklin con le quali si conclude il bel libro. (O.N.)

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