
25 novembre/1. Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Esordisce con una citazione delle parole pronunciate dal presidente Mattarella sulla violenza di genere la lettera indirizzata dal ministro Valditara alle scuole, datata 21 novembre, in vista della celebrazione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si svolge lunedì 25 novembre: “Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio”.
Per questo, in tale occasione, la facciata del ministero dell’Istruzione si illuminerà simbolicamente di rosso, “per richiamare il senso profondo di questa tragedia strisciante, costellata da troppe morti, di giovani ragazze, di donne, di madri. Vite strappate ai loro affetti e al loro futuro, brutalmente uccise”.
Finito al centro di accese polemiche a causa dell’intervento, apparso fuori tema se non maldestro, pronunciato in occasione della presentazione alla Camera della Fondazione Giulia Cecchettin, Giuseppe Valditara ha colto questa occasione per chiarire il suo pensiero in modo inequivocabile evidenziando che la morte “è lo stadio finale, il gesto estremo, di un percorso che distrugge e annienta in ugual misura la ragazza, la donna, la madre” passando da “episodi di sopraffazione e violenza non solo fisica ma anche psicologica, verbale, economica, allo stalking, a comportamenti possessivi, espressione di una visione sbagliata di ruoli e di stereotipi”.
Il ministro prosegue sottolineando quanto sia importante l’educazione di ragazzi e ragazze in età scolare, iniziando dai più piccoli. “La scuola ha una finalità educativa fondamentale poiché interviene sui processi culturali e contribuisce, quindi, a modellare la cultura a cui si ispira un determinato Paese o una determinata società” ed è quindi il “luogo privilegiato per educare all’ascolto partecipe, all’empatia, al rispetto”.
Un invito alla moderazione e al rispetto che sembra non aver convinto le tre ragazze, attiviste del movimento transfemminista (così si è autodefinito) “Bruciamo tutto” che venerdì 22 novembre hanno effettuato un blitz davanti alla sede del Ministero imbrattandone la facciata con vernici di vario colore e dichiarando di essere “stufe di dover educare chi è responsabile dell’educazione pubblica” in materia di patriarcato. Fino ad arrivare a chi è passato simbolicamente ai fatti dando fuoco a una foto di Giuseppe Valditara. Gesto inaccettabile e diseducativo.
Per approfondimenti:
– Educare alle Relazioni/1. Che fine ha fatto il progetto per contrastare la violenza sulle donne?
– Educare alle Relazioni/2. Novembre 2023: l’annuncio e la direttiva
– Educare alle Relazioni/3. Il progetto orfano di coordinatore e rimasto al palo
– Educare alle Relazioni/4. La questione arriva in Parlamento
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