UK: scuola e formazione per il nuovo governo/1. Si investe sullo sviluppo professionale
Il successo del partito laburista nel Regno Unito è stato paragonato dagli analisti alla vittoria di Tony Blair del 1997. Si apre forse una nuova stagione anche per l’educazione, voce al centro del manifesto elettorale. Il primo ministro Keir Starmer si trova ad affrontare una scuola travagliata dopo quattordici anni di governo in mano ai conservatori.
Il panorama però è molto diverso dal 1997, oggi si profila l’ombra della stagnazione, mentre l’idea di allora dello Stato leggero contrasta con la ripresa dello Stato innovatore e imprenditore. L’instabilità politica, le conseguenze della Brexit e l’impatto della pandemia rendono difficile la sopravvivenza delle politiche adottate negli ultimi anni.
Il confronto elettorale è stato dominato da questioni di vita quotidiana dei cittadini, dalla crisi del welfare all’insostenibile livello delle tasse universitarie, al difficile controllo dell’immigrazione, dalle perduranti disparità territoriali all’allarmante povertà infantile.
I segnali di sofferenza della spesa pubblica rendono la scuola e la formazione difficili da sostenere, i traguardi raggiunti si sono fatti strada tra patologie storiche e nuove emergenze. La ritrovata posizione comparativa documentata in PIRLS 2021 come nei punteggi PISA delle ultime edizioni e i risultati raggiunti con gli studenti di background migratorio convivono con il permanere di forti disuguaglianze, sociali e territoriali, di performance e con un’offerta formativa del tutto inadeguata per il dopo 16 anni.
La crisi recente della frequenza scolastica e le preoccupazioni per la salute mentale in età giovanile condizionano le scuole mentre permangono problemi di carenza di insegnanti e di abbandono della professione sullo sfondo di una spesa per l’istruzione che nel 2023 è pari a quella del 2010.
Si rivela inoltre l’usura nel tempo del regime di valutazione costruito e gestito dall’OFSTED mentre la competizione tra istituti, secondo alcune analisi critiche, ha tradito le intenzioni originarie.
L’arrivo al governo del partito laburista segna una svolta rispetto alle impostazioni neo-liberali incentrate sul ricorso al mercato dei servizi educativi e orientate ad una concezione strumentale del capitale umano. C’è ora il banco di prova della responsabilità di governo.
Le evidenze di ricerca sul valore aggiunto delle politiche per l’infanzia sono convincenti, così come l’importanza della regolare frequenza scolastica a partire dai primi anni. Con la creazione di oltre 3.000 nuove classi nella scuola dell’infanzia utilizzando gli spazi lasciati liberi per il calo demografico nelle scuole primarie, il governo laburista intende colmare le lacune del servizio in alcune aree svantaggiate o sostenere fasce deboli della popolazione.
Considerando l’impatto positivo di esperienze già condotte dal 2019 sulla regolarità di frequenza e sul comportamento degli alunni il governo prevede la generalizzazione nella scuola primaria della prima colazione gratuita, già presente, peraltro, nei due terzi delle scuole.
Si intendono inoltre reclutare 6.500 nuovi insegnanti, soprattutto specialisti disciplinari, con particolare attenzione ai territori svantaggiati; prevedere inoltre il superamento dell’insegnamento senza qualifica che attualmente riguarda il 3% dei docenti. L’ECF tende ad assicurare che ogni docente che entra in classe abbia (o stia lavorando per raggiungerla) la qualifica professionale. A questo scopo sono previsti due anni a inizio carriera dedicati alla preparazione alla pratica didattica, all’acquisizione delle conoscenze necessarie e alla socializzazione professionale. Questo ambizioso obiettivo si accompagna all‘investimento per lo sviluppo professionale continuo (CPD) onde migliorare le competenze di tutti i docenti.
L’abbandono dell’insegnamento, oggetto di preoccupazione politica, verrà contrastato con incentivi per nuovi insegnanti e misure di potenziamento della professione docente. Per il personale di staff delle scuole, in stato di crisi e con forte turnazione, il governo intende re-istituire il personale di supporto, creato dall’ultimo governo laburista ed abolito nel 2010, con la contrattazione sindacale delle condizioni di lavoro, della formazione e della progressione nelle carriere.
Un disegno di legge è dedicato alla salute mentale degli alunni, una barriera all’apprendimento, infatti, può dipendere da fragilità di salute mentale. In questa prospettiva il team di supporto per la salute mentale da un terzo delle scuole (40% degli studenti) raggiungerà il 50% entro il 2025. In ogni scuola verrà introdotta la figura dell’operatore della salute mentale.
La scuola deve offrire tutto quello che gli studenti delle classi meno avvantaggiate non possono permettersi. In questa ottica negli impegni elettorali del partito laburista è inserita la revisione del curriculum che deve essere più esteso includendo gli sport e le discipline artistiche, con la focalizzazione sulle competenze orali e digitali accanto ai fondamentali della numeracy e della literacy soprattutto a livello della scuola primaria.
In questo contesto il National Curriculum diventa obbligatorio per tutte le scuole senza esclusioni, all’abolizione dell’OFSTED si preferisce un intervento di riforma allineandosi alle posizioni condivise da tempo da esperti e rispondendo alla lunga sequela di critiche accumulatesi negli anni. La nuova impostazione prevede l’abbondono del modello gerarchico ed esterno a favore di soluzioni ibride capaci di coniugare valutazione esterna e valutazione interna e la sostituzione delle singole voci riassuntive (“eccezionale…inadeguato”) con una nuova pagella.
Si intendono così superare i limiti attuali delle ispezioni, dall’inefficacia informativa agli effetti secondari negativi, dal rischio di un approccio punitivo e sanzionatorio al pericolo di stigmatizzazione delle scuole in difficoltà.
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