Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Vita di un’insegnante di sostegno (al tempo del Coronavirus): quando perdi le tracce del progetto di vita

Caro Dario,

Anna ha 4 anni e mi conosce da sempre, siamo sedute sul divano e mi chiede: “Se sei tornata a scuola, sei tornata da Luca?” Come fanno i bambini a dimenticare qualunque cosa, ma a ricordare perfettamente ciò che ti sta più a cuore? Anna sa bene che Luca è l’alunno a cui penso tutti giorni e che ha segnato non solo le mie mani, ma anche il mio percorso professionale. 

“Luca è diventato grande, non è più nella mia scuola”, le rispondo. La piccola stupita molla i capelli della barbie che tiene tra le mani e sentenzia: “Scusa, ma anche Luca diventa grande?” Anna me lo dice sgranando gli occhi, gli stessi di chi non si capacita come un ragazzo che dondola sulla sedia, che a 15 anni gioca con una macchinina, che non sa svitare il tappo di una bottiglia d’acqua senza essere incoraggiato, possa diventare grande. 

“Sì, anche Luca diventa grande. Lo diventano tutti”. La piccola non era convinta. “Ma alla scuola dei grandi gliele leggono le storie per calmarlo quando è nervoso?”, continua ad incalzare con tono sincero. “Non lo so cucciola. Ora che è più grande, magari non è più nervoso” le dico.  “Ma… Luca è sempre nervoso o spaventato: è nato così.”  A me, francamente, non va di parlarne, ma lei insiste per sapere come fanno i ragazzi come Luca a diventare grandi. “Bisogna immaginarli grandi come tuo padre –  le ho detto – E’ come il gioco che facciamo sempre io te, quando ti chiedo: cosa vuoi fare da grande?”. Anna con la bambola tra le mani non ci pensa due volte: “Voglio fare la dottoressa che fa nascere i bambini”, ma poi ci ripensa: “No, voglio fare la ballerina” e ancora una volta torna indietro: “Forse… Forse voglio fare la dottoressa che fa nascere i bambini, ma anche la ballerina”.

“Vedì? Anche con Luca si fa così. Ci si mette seduti tutti insieme e si cerca di capire cosa gli piace fare, cosa non gli piace, cosa vorrebbe imparare a fare e cosa no”. La vedo perplessa, ma aperta. “Quindi Luca da grande cosa farà?” Spiegarle le difficoltà di pensare “Luca adulto” e le barriere che Luca ha incontrato mi sembra veramente troppo. “Non lo so tesoro – le dico – il futuro si costruisce giorno dopo giorno”; e mentre la vedo cercare il tutù, per la sua bambola, penso alla macchinina di Luca e alle tappe di un Progetto di vita di cui non sa più nulla. 

Sara

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