Valditara/1. È giusto essere antifascisti

Il 25 aprile è una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica: segna la sconfitta della dittatura fascista, il ritorno alla libertà, alla democrazia e la fine della guerra. È dunque un giorno di festa che deve essere celebrato nella gioia e nella concordia. Guai a farne un giorno di parte e di divisione adombrando il sospetto che forze democraticamente elette in Parlamento siano fasciste”. Lo ha scritto Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione e del merito, in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera dello scorso 20 aprile. Il suo timore è che “con la scusa dell’antifascismo si ritorni agli anni bui della contestazione violenta in cui si tentò di delegittimare tutte le forze democratiche non dichiaratamente di sinistra”.

Valditara prosegue dunque anche in questa circostanza, come aveva fatto anche in precedenti occasioni, il suo impegno a costruire le basi teoriche di una destra democratica antifascista sul modello, certamente antifascista, dei “républicains” francesi, eredi del movimento creato dal generale Charles De Gaulle, eroe della Resistenza antinazista e antifascista.

Noi”, scrive il ministro, “ci dichiariamo dunque antifascisti perché ci dichiariamo per le libertà individuali, per lo stato di diritto, per la sovranità popolare, per la pari dignità di tutti gli esseri umani”, mentre oggi “il totalitarismo si ritrova in quelle università che non ammettono un pensiero critico rispetto al politicamente corretto, l’intolleranza affiora in quella stampa che distribuisce patenti di fascismo a chiunque non garbi, e in quella politica che considera l’altra parte un nemico da delegittimare e non un avversario con cui dialogare pur da differenti posizioni”.

A suo avviso, prosegue ispirandosi chiaramente alla lezione ciampiana, “non è fascismo, per esempio, difendere le frontiere, celebrare l’identità di un popolo, considerare positiva l’idea di patria e proteggere gli interessi nazionali. Valori, questi, che Gaullee sono largamente condivisi e praticati nelle democrazie occidentali. Occorre dunque fare attenzione che non si abusi del concetto di antifascismo considerandolo una patente buona per discriminare gli avversari politici e per evocare il pericolo di un improbabile ritorno alla dittatura”. Ecco perché, per il ministro del Mim, “il 25 aprile è festa di tutti noi”.

Allo sforzo di elaborazione teorica dei fondamenti di una destra democratica va ricondotto, ci sembra, anche il modello di scuola, radicalmente antigentiliano, delineato da Giuseppe Valditara nel convegno promosso dalla Fondazione Kuliscioff svoltosi lunedì 17 a Milano, come riferiamo nella notizia successiva.

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