25 Aprile. Una festa di tutti

Il prossimo 25 aprile si celebra il 78° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal fascismo, una data che dovrebbe unire il Paese, come ha più volte ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma che sta dando luogo a polemiche e divisioni, tanto che in Parlamento non si è trovato il modo di approvare un documento condiviso: la maggioranza di centro-destra ha votato a favore della mozione presentata dall’opposizione, mentre quest’ultima non ha fatto altrettanto con quella presentata dalla maggioranza, con la motivazione che in essa manca la parola “antifascismo” .

Il fatto è che quest’anno, per la prima volta dal 1945, l’Italia ha un presidente del Consiglio espresso da un partito come Fratelli d’Italia che si dichiara di destra e che annovera al suo interno anche personalità con un passato di antica militanza nell’MSI, prima che Gianfranco Fini lo trasformasse in “Alleanza Nazionale” e definisse il fascismo “male assoluto”. Un percorso di piena legittimazione democratica di AN che la caduta politica di Fini ha probabilmente bloccato, o quanto meno rallentato e reso meno esplicito, e che rende tuttora difficile a Fratelli d’Italia dichiararsi ufficialmente “antifascista”. Cosa che invece ha fatto, come spieghiamo nella notizia successiva, il ministro Valditara, ora rappresentante della Lega nel governo, ma a suo tempo, per tre legislature (2001-2012), senatore di AN, molto vicino a Fini.

Per il senatore del PD Alfredo Bazoli, intervenuto nel dibattito, “È un peccato allora che questa parolina così importante, antifascismo, da cui deriva l’impianto della nostra Costituzione, non sia entrata neanche di striscio nella mozione della maggioranza sul 25 aprile. Un’inaccettabile omissione, una grande occasione mancata per dissipare ambiguità e reticenze della destra italiana”.  Il senatore FdI Lucio Malan ha tentato una difesa “Dite che non votate la nostra mozione perché non c’è la parola antifascismo: ma c’è scritto che condanniamo tutti i totalitarismi, siamo contro il fascismo, quindi c’è, è la stessa cosa. Siamo stupiti che non la votiate 

Intanto, però, il 25 aprile la premier Giorgia Meloni si recherà all’Altare della Patria con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che successivamente andrà a Boves, nel cuneese, dove sarà accompagnato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia ma senza una militanza missina alle spalle.

Certo è che la piena legittimazione democratica di FdI, come Fini (e Valditara) avevano intuito, passa per il superamento del tabù verso questa “parolina”. Forse Giorgia Meloni (classe 1977, presidente dei “conservatori” europei) ha l’età e il prestigio personale, oltre che l’occasione, per sfatare quel tabù.

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