Valditara/1. Per una scuola dei talenti

L’ultimo libro di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione (e del merito, Mim, come ha voluto che si chiamasse il dicastero di viale Trastevere) è pur nella sua relativa brevità (181pagine) una summa del suo pensiero e delle sue iniziative in materia di educazione (G.V., La scuola dei talenti, Piemme-Mondadori, 2024).

La prefazione e i primi cinque capitoli del volume espongono i capisaldi del suo pensiero per come esso si è venuto formando nel tempo, con tratti autobiografici non privi di una certa efficacia narrativa (al liceo, ricorda, “scrivevo qualche poesia e dei brevi racconti”). Il sesto capitolo presenta la finalità generale del libro, cui si ispira la sua attività ministeriale: “Riunire l’Italia partendo dalla scuola”. Dal settimo al tredicesimo vengono presentate le diverse misure avviate o annunciate, quasi sempre sostenute da accurate analisi statistiche di fonte Invalsi (il cui presidente, Roberto Ricci, è l’unico nome che compare nei “Ringraziamenti”). Negli ultimi tre capitoli si torna alla visione più globale e valoriale dei primi cinque, anche se non mancano riferimenti a tematiche di stretta attualità, come quella relativa alle ricadute educative delle più recenti applicazioni dell’intelligenza artificiale come ChatGPT.

Parliamo ora degli aspetti più generali della visione del mondo e della storia di Valditara che scaturiscono da questo volume, rinviando alle notizie successive l’analisi delle specifiche proposte di politica scolastica e della loro fattibilità.

Va detto, in primo luogo, che si tratta di un libro compatto e coerente, con idee che si possono non condividere, ma che sono sempre chiaramente motivate. Molte di esse riprendono analisi e dichiarazioni già fatte da Valditara nel corso della sua esperienza ministeriale, e segnalate da Tuttoscuola, come il radicamento del canone pedagogico occidentale nella tradizione culturale giudaico-cristiana e sull’idea di persona, e quello della scuola italiana della Repubblica della Costituzione antifascista, il carattere antigentiliano della sua concezione della scuola, l’equivalenza (dis)valoriale tra nazifascismo e comunismo, agli antipodi del modello liberaldemocratico.

Sulla base di questi elementi abbiamo formulato l’ipotesi, che questo testo sembra decisamente confermare, che Valditara offra al Destra-centro a guida meloniana, attraverso la politica scolastica, una piattaforma politica e valoriale che sposta il baricentro della coalizione verso il centro sia in Italia che in Europa, con l’obiettivo di aggregare il composito schieramento che ha vinto le elezioni del 25 settembre 2022 in una Destra democratica costituzionale.

Passiamo ora alle proposte di politica scolastica.