Convegno Cisl scuola/2. Valditara cita La Pira: prima la persona

Il ministro del Mim Giuseppe Valditara, intervenuto dopo la relazione di Luigino Bruni, che nel suo intervento aveva fatto riferimento all’articolo 34 della Costituzione (da rivedere a suo giudizio in senso inclusivo, non limitandolo ai soli “capaci e meritevoli”), ha esteso la citazione all’articolo 3, che va “coniugato” con l’articolo 34 nel punto in cui considera “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale…”. Non solo: a sostegno della sua argomentazione ha ricordato che fu il cattolico Giorgio La Pira a sostenere tali passaggi costituzionali in nome del primato della persona anziché dello Stato, come era stato durante la dittatura nazifascista.

Sì, dunque, alla valorizzazione dei talenti individuali, di tutti e di qualunque genere, perché “non esiste una sola forma di intelligenza”. In Italia la funzione di ascensore sociale della scuola è bloccata dal 1975 (fonte: Bankitalia). La scuola attuale è “classista” e per cambiarla serve una politica riformista, che riconosca i meriti e soddisfi i bisogni. Un binomio, quello meriti-bisogni, che richiama singolarmente (ma Valditara non ha fatto citazioni) il costrutto culturale proposto in Italia da Claudio Martelli nel 1982, ispirato al liberalismo egualitario del filosofo americano John Rawls, il cui tratto distintivo era un’idea di giustizia concepita come equità, applicabile in primo luogo in ambito formativo.

Per soddisfare meriti e bisogni, ha sostenuto il ministro, occorre individuare tempestivamente le attitudini e i talenti degli alunni con una adeguata attività di orientamento, e personalizzare i curricula. Oggi ci sono 1.200.000 posti di lavoro non coperti a causa del disallineamento tra scuola e mercato del lavoro: occorre superare questo mismatch rivalutando i profili e i percorsi scolastici di tipo professionale, che sono quelli più richiesti, in un’ottica di pari dignità con quelli liceali.

Per gli insegnanti il ministro ha chiesto “più rispetto”. Per questo ha messo a loro disposizione l’Avvocatura dello Stato e ha emanato il provvedimento che vieta l’uso degli smartphone in classe (a meno che vengano usati per finalità didattiche), puntando anche a rendere gli edifici scolastici “più belli” e accoglienti con un investimento di oltre 5 miliardi.

Infine, il ministro ha annunciato di aver “definalizzato” l’investimento di 300 milioni in inutili “progettini” al fine di incrementare anche con tale importo il monte stipendi del personale. Un intervento di portata limitata, ma apprezzato dai partecipanti al convegno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA