Lo strabismo valutativo/2. Tra docenti e Invalsi

Quello che però fa più scalpore è che dentro al fascicolo compariranno anche le valutazioni delle prove INVALSI sostenute alla fine del percorso. Non si sa se l’intenzione sia quella di restringere ulteriormente la cruna dell’ago entro la quale deve passare lo studente o se si vuole snaturare il ruolo originale dell’INVALSI come analizzatore del sistema.

Certamente tale situazione metterà ulteriormente in rotta di collisione i criteri di valutazione dei docenti, soprattutto nell’espressione del voto finale dell’esame con i dati elaborati dall’Istituto Nazionale. Si tratta semplicemente di un dato in più per illuminare maggiormente il cammino degli studenti, o anche qui c’è un retroscena che potrebbe interessare la valutazione degli stessi docenti?

Si ha l’impressione che il percorso valutativo venga reso sempre più complesso, per l’amministrazione delle scuole, ma che non migliori prima di tutto la qualità della valutazione e crei non poco imbarazzo ai docenti ed alle commissioni che devono poi assemblare i vari aspetti dell’esame per giungere ad un giudizio di sintesi, in un contesto di mancanza di chiarezza riguardo alle modalità di valutare da parte degli insegnanti. Da un lato questi ultimi, trincerati dietro ai voti, continuano nel loro individualismo, dall’altro l’INVALSI che indica i livelli con adeguata motivazione.

In questo modo si pensa di rendere un servizio alle famiglie ed alla comunità sociale circa la migliore comprensione di quale è la motivazione del voto, del rendimento e della maturazione del giovane maturando? Verrebbe da dire che sarebbe ora di mettersi d’accordo su quale scuola vogliamo e quindi su quale sistema di valutazione adottare, perché sia efficace prima di tutto per gli studenti e per il prosieguo della loro attività di studio e di lavoro. Forse la tecnica dell’e-portfolio potrebbe essere utile se si abbracciasse una valutazione più “qualitativa” e orientativa, rinunciando al primato dei voti nel condizionare il percorso.

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