La scuola colabrodo: Il nuovo dossier di Tuttoscuola

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I media, in questi giorni di avvio del nuovo anno scolastico, dedicano come sempre una maggiore attenzione alla scuola e ai suoi problemi storici, dall’edilizia e sicurezza degli edifici all’inefficiente funzionamento della “macchina”. Un film già visto. A questi problemi antichi si è aggiunta quest’anno anche la questione dei vaccini, che ha suscitato un vasto dibattito. Si sta inoltre parlando di scuola in relazione alla intenzione dell’attuale governo di rivedere quanto stabilito dalla legge 107 a proposito dell’esame di maturità: niente più terza prova, meno spazio all’alternanza scuola-lavoro nel colloquio (e nei piani di studio), prove Invalsi del quinto anno sempre previste ma non più requisito necessario per sostenere l’esame, almeno per quanto riguarda la tornata del 2019.

Di tutti questi temi, e dell’interpretazione politica delle scelte fatte dal governo giallo-verde, diamo conto nella newsletter di questa settimana, ma non possiamo non richiamare l’attenzione dei nostri lettori su quella che a nostro avviso è la più grave anomalia del nostro sistema scolastico, la dispersione scolastica, alla quale abbiamo dedicato un nuovo dossier, denominato La scuola colabrodo. Una anticipazione del dossier è stata pubblicata con evidenza nell’ultimo numero dell’Espresso, in edicola da ieri, che alla dispersione e al nostro studio ha dedicato un ampio servizio e la copertina, sulla quale compare il titolo La fuga dalla scuola.

Il dato più impressionante è che dal 1995 a oggi 3 milioni e mezzo di studenti hanno abbandonato la scuola statale, su oltre 11 milioni di iscritti alle superiori: -30,6%, una percentuale che ricorda la famigerata performance della rete idrica italiana, che disperde nel nulla il 35% dell’acqua: un colabrodo, come la scuola italiana a tutti i livelli, perché la dispersione prosegue anche dopo la scuola secondaria sotto forma di bassa percentuale di iscrizione all’istruzione terziaria, alta “mortalità” degli studenti universitari e fuga dall’Italia dei laureati, spesso i migliori.

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