La scuola bloccata, il nuovo saggio di Andrea Gavosto/1. L’analisi

Da quando è diretta dall’economista Andrea Gavosto (2008) la Fondazione Giovanni Agnelli (FGA) è diventata uno dei protagonisti più importanti del dibattito pubblico sull’istruzione nel suo complesso, e non soltanto in relazione ai suoi percorsi professionali, come il radicamento della Fondazione nell’azienda torinese leader dell’automotive italiano avrebbe fatto supporre.

L’approccio impresso da Gavosto alle ricerche e alle proposte della FGA è più sistemico, e riguarda il rapporto tra l’intero sistema scolastico e la società italiana nel suo insieme, le ragioni di fondo del cattivo funzionamento di entrambi, in un gioco di specchi tra difficile governabilità del cambiamento a livello politico-istituzionale e conservatorismo inerziale del sistema educativo.

All’analisi di queste ragioni di fondo è dedicato il volume di Gavosto, che fin dal titolo – La scuola bloccata, Editori Laterza, 2022 – si riconnette al corposo filone delle analisi sul difficile cambiamento della scuola italiana, da La non-decisione politica di Luciano Benadusi (La Nuova Italia 1991) a La scuola sospesa di Giulio Ferroni (Einaudi 1997) a Da Berlinguer a Gelmini. La scuola che (non) cambia di Orazio Niceforo (Tuttoscuola, 2010), fino ai più recenti La società signorile di massa di Luca Ricolfi (La nave di Teseo 2019) e Molto rumore per nulla. La parabola dell’Italia, tra riforme abortite e ristagno economico di Paolo Sestito (già presidente dell’Invalsi) e Roberto Torrini (Kindle 2020).

Secondo Gavosto il fallimento delle politiche riformatrici sul versante istituzionale, dai «cicli» di Berlinguer alla «Buona Scuola» di Renzi, e su quello della formazione e reclutamento del personale docente – evidenziato dalla catena ininterrotta di provvedimenti per l’assunzione degli insegnanti «precari» e dal rifiuto di massa di meccanismi premiali affidati ai dirigenti scolastici, cui va aggiunta la storica carenza della formazione in servizio – è alla base dello scadente livello degli apprendimenti conseguiti dagli alunni delle scuole italiane, messo in rilievo dalle indagini comparative internazionali, come quelle promosse dalla IEA e dall’Ocse con il programma PISA, e interne (test Invalsi).

Tre dei cinque capitoli in cui il libro è suddiviso sono dedicati, dopo quello iniziale sulla mediocre posizione dell’Italia nel confronto internazionale, all’analisi del fallimento delle riforme scolastiche per quanto riguarda gli ordinamenti («che cosa insegnare»), i soggetti responsabili del servizio («chi insegna») e le strategie didattiche («come insegnare»). Il capitolo conclusivo contiene le proposte volte a modificare in profondità e sui diversi fronti questa situazione di scarsa qualità del sistema scolastico italiano («Come sbloccare la scuola»). Ne parliamo nella notizia successiva.

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