La carriera che non c’è/1. Il grave vulnus del DL 36 che ignora un obiettivo del PNRR

Tra i traguardi del PNRR in scadenza il 30 giugno 2022 è prevista l’entrata in vigore della riforma della carriera degli insegnanti. Infatti, la Riforma 2.2 prevede: “La riforma mira a costruire un sistema di formazione di qualità per il personale della scuola in linea con un continuo sviluppo professionale e di carriera”.

Di questa riforma, tuttavia, nel Decreto-legge 36 del 30 aprile scorso non c’è alcuna traccia.

Si parla di incentivi una tantum per la formazione, di valorizzazione della permanenza in sede per favorire la continuità didattica, ma per la carriera degli insegnanti c’è un silenzio assoluto.

Se le parole hanno davvero un valore nuovo di innovazione e di riforma, lo sviluppo professionale e la carriera così prospettati non possono essere quelli attuali dove esiste soltanto la progressione stipendiale che si svolge per anzianità e in modo indifferenziato per tutti.

Una prima forma di carriera è quella che, all’interno di una medesima qualifica (per la scuola la qualifica di docente), preveda vari profili professionali in funzione di differenziate responsabilità, impegni e carichi di lavoro, con percorsi di eventuale durata diversa e di diversa retribuzione

Una seconda ipotesi di carriera, di tipo più lineare, può prevedere accelerazione permanente o temporanea nella progressione stipendiale (passaggio anticipato di posizione stipendiale/gradone), per merito riconosciuto.

Ovviamente, invece, premi stipendiali una tantum non possono ritenersi né sviluppo professionale né carriera.

Se il Parlamento non integrerà sostanzialmente il DL, aggiungendo uno specifico articolo bis alla carriera, gli insegnanti italiani rischiano di dovere attendere decenni per avere una vera carriera, ben diversa dalla progressione stipendiale attuale che procede soltanto per anzianità, che tratta tutti i docenti, impegnati e non, allo stesso modo, in un grigiore che appiattisce e che mortifica i migliori, che non incentiva la professionalità, che non motiva.

Può apparire complesso definire oggi i criteri per un percorso professionale e improbabile farlo coinvolgendo anche il sindacato?

Proviamo nella notizia successiva a riportare un’ipotesi di “roadmap” in cinque punti.

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