La carriera che non c’è/3. Il sistema dei crediti formativi e professionali

Va superata la concezione della carriera dei docenti legata solo all’anzianità di servizio, cosa che il DL 36 non fa, ma anzi ribadisce.

Come farlo? Ricorrendo a un sistema di crediti formativi e professionali. Vent’anni fa – come abbiamo documentato nella precedente notizia – i maggiori sindacati erano pronti a intraprendere questa strada, poi non se n’è fatto più nulla. Occorre abbandonare l’inafferrabile idea che la carriera e la retribuzione dei docenti si possano differenziare, a parità di prestazioni, sulla base della valutazione del merito individuale. Come Tuttoscuola scriveva nel dossier “Sei idee per rilanciare la scuola” (2013), il merito va oggettivato e fatto coincidere con il progressivo arricchimento della professionalità di base del docente (crediti formativi), da realizzare attraverso percorsi di formazione teorico-pratici in servizio e di ricerca azione (anche esterni alla scuola, presso Università, istituti di ricerca, enti di formazione, etc), titoli di studio e di specializzazione, partecipazione a concorsi ecc. Ma l’accesso alle posizioni diverse da quella iniziale (con diversi profili professionali che prospettino competenze e responsabilità diversificate e conseguenti riconoscimenti retributivi differenziati e premiali) va programmato e subordinato all’acquisizione di ulteriori competenze ed esperienze certificate (crediti professionali, da acquisire con il lavoro svolto in classe con gli allievi, attraverso funzioni di coordinamento dell’attività educativa, didattica e gestionale delle istituzioni scolastiche e incarichi speciali, come formazione di pari, tutorato, orientamento, laboratori, biblioteca, disponibilità a lavorare in aree deprivate sul piano socio-culturale, partecipazione documentata a progetti di successo, etc).

Infine, anche se non piace alla categoria, l’avanzamento di carriera dovrebbe essere in alcuni passaggi cruciali subordinato al superamento di specifiche prove di idoneità tra chi ha maturato i crediti.

Perché il decreto legge 36/2022 presentato in Parlamento e che verrà esaminato al Senato a partire dal 10 maggio “dimentica” tutto ciò, benché il PNRR parli esplicitamente di entrata in vigore della riforma della carriera degli insegnanti? Appare indispensabile porre rimedio.

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