Filiera tecnologico-professionale/1. Il Senato approva la legge

Tuttoscuola ha dato nei giorni scorsi ampio spazio alla notizia dell’avvenuta approvazione del ddl istitutivo della filiera tecnologico-professionale da parte dell’aula del Senato e a quella relativa all’andamento della sperimentazione che la anticipa, registrando buoni risultati in particolare in Lombardia e in Calabria.

Non c’è dubbio che il ministro dell’istruzione e del merito Valditara, pur avendo una cultura e una competenza professionale di taglio classicistico (è ordinario di Diritto romano nell’Università di Torino), abbia legato la sua fortuna politica al successo di due idee guida potenzialmente rivoluzionarie, e certamente non etichettabili come “di destra”: il rilancio/riscatto dell’istruzione tecnica e professionale, che intende “portare in serie A” e rendere competitiva con quella liceale, e la personalizzazione degli itinerari formativi in un’ottica inclusiva e non selettiva (rispetto a Gentile “io vado nella direzione opposta”, ha detto in occasione di un convegno sul centenario della riforma Gentile).

Due scommesse che Valditara sta portando avanti con forte esposizione personale: la prima già conta un concreto risultato, almeno dal punto di vista dell’iter parlamentare dell’innovazione, nonostante le difficoltà della sperimentazione, dovute da un lato al ritardo con cui è partita e dall’altro all’opposizione militante di alcune forze (ma tutto dipenderà dall’impatto del 4+2 sulla effettiva formazione delle competenze professionali della quali il mercato del lavoro italiano ha urgente bisogno), la seconda per il momento è allo stadio di annuncio e di operazioni preparatorie (la sola introduzione del tutor come è stata fatta non può essere sufficiente a un cambio di modello e paradigma come quello richiesto da una vera e profonda personalizzazione).

Certo che se Valditara passasse dalle parole ai fatti, aprendo per esempio a proposte come quella della “cattedra inclusiva”, che porta al massimo livello la personalizzazione della didattica – e al minimo la selezione – la politica scolastica italiana subirebbe un vero e proprio sconvolgimento, e connotazioni tradizionali come quelle di “destra” (scuola autoritaria, selettiva, tradizionalista) e “sinistra” (scuola ugualitaria, inclusiva, libera da condizionamento socio-culturali) dovrebbero essere messe in soffitta.

Ma perché una prospettiva rivoluzionaria di questo genere prenda consistenza occorrerebbe che si verificassero due condizioni, una culturale (di cultura professionale) e una politica. La prima è legata alla effettiva realizzazione di una grande operazione di riconversione della professionalità docente che parta però non dall’alto ma dal basso, dalla mobilitazione del corpo docente attorno all’idea guida dell’inclusività. La seconda condizione è quella politica, ed è legata al successo dell’operazione (cui Valditara sembra guardare) di ricollocazione al centro del Destra-centro meloniano, con abbandono del sovranismo reazionario (a cui sembra guardare Salvini, ma non, sembra, la Lega di Giorgetti-Zaia) e piena adesione ai valori dell’Occidente liberal-democratico. 

Per approfondimenti:

Perché una scuola dovrebbe aderire alla sperimentazione della filiera 4+2? La mia esperienza come preside
Istruzione tecnica e professionale, Valditara: ‘No alla paura della contaminazione tra pubblico e privato’
Riforma istituti tecnici e professionali, alla Calabria primato di adesioni al 4+2. Princi: ‘Accogliere le sfide del cambiamento’

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