Istruzione tecnica e professionale, Valditara: ‘Modello 4+2 vuole valorizzare i talenti. No alla paura della contaminazione tra pubblico e privato’

Stiamo facendo una cosa buona per i nostri ragazzi. Stiamo facendo una cosa buona per tutto il nostro sistema produttivo.” Così il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara al convegno organizzato alla Camera dal gruppo di Forza Italia dal titolo “La sfida al futuro dei giovani tecnologici” commentando l’approvazione del Senato del disegno di legge governativo che riforma l’istruzione tecnico-professionale con l’introduzione del nuovo modello 4+2. Al convegno voluto da Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia, sono intervenuti anche il ministro degli affari esteri, Antonio Tajani, Giusy Princi, Assessore Istruzione Regione Calabria, Giuseppe Schiboni, Assessore Istruzione Regione Lazio, Simona Tironi, Assessore Istruzione Regione Lombardia e Carmela Palumbo, Capo Dipartimento MIM per il sistema educativo di istruzione e formazione. Presente anche Paola Vacchina, Amministratore delegato presso ENAIP NAZIONALE IS.

Abbiamo ottenuto un primo risultato importante con la proposta di legge rivoluzionaria, particolarmente innovativa. Sono orgoglioso di far parte di un governo che ha creduto fortemente in questa prospettiva riformatrice”, ha detto Valditara. “L’aspetto che più mi è piaciuto è che a credere in questa riforma sono state prima di tutto le scuole del Mezzogiorno.  Ho visto una voglia di riscatto che non dobbiamo dimenticare per dare la possibilità ai ragazzi di formarsi e di avere un futuro adeguato. La riforma esprime prima di tutto la centralità della persona. Io parlo spesso di scuola costituzionale, è il mio modello, quella che mette al centro la centralità dello studente. La scuola è al servizio della persona, dello studente e allora, così come il docente tutor e orientatore, anche questa riforma vuole valorizzare i talenti”.
 
Merito – ha spiegato ancora il ministro – non è il raggiungimento degli obiettivi riservati a pochi, ma il tirare fuori il meglio che c’è in ogni studente. La sfida che lanciamo alla politica è la centralità del rapporto tra scuola e impresa. Non ci deve essere paura della contaminazione tra pubblico e privato. Il privato deve fare sempre di più la sua parte. Avere una formazione tecnico professionale di qualità è molto importante”.
 
E riguardo all’anno in meno dei nuovi percorsi rispetto a quelli canonici, Valditara precisa: “Non tagliare, ma potenziare per fare in modo che queste scuole competano con quelle di 4 anni del resto del mondo. Con il modello 4+2 non si comprime in 4 quello che si fa ora in 5 anni, ma si rinnova: si potenzia lo studio dell’italiano, della matematica e a invarianza di organico, quindi più ore docenti. I docenti potranno personalizzare sempre di più la formazione. Questa sperimentazione è solo un primo passo, l’obiettivo è di andare ben oltre”.
 
“Lo Stato deve dare buone regole per permettere ai cittadini di trovare lavoro e alle aziende di crearlo. E noi noi stiamo facendo – ha detto Tajani – Se il mercato del lavoro del 2024 chiede uno crescente numero di impiegati altamente specializzati, la scuola deve formarli. Questa riforma che abbiamo realizzato mette l’Italia nelle condizioni di recuperare qualche punto nella zona di retrocessione. Coi tempi di apprendimento che ci sono oggi, quattro anni di scuola superiore sono più che sufficienti, se fatti bene. Non sono nemmeno un amante del 3+2 all’università: si fa in 5 anni quello che si faceva prima in 4″. E continua: “Il collegamento scuola-impresa è fondamentale. Va data più autonomia alle scuole.  La scuola deve essere al passo con i tempi. Dobbiamo capire se nelle nostre scuole ci sono giovani con lo spirito dell’Imprenditore, non solo quello del tecnico e dell’ingegnere. E dobbiamo fare in modo – ha aggiunto il ministro degli esteri – che quello dell’insegnante non sia una professione di ripiego. È un educatore che forma il capitale umano fondamentale per il futuro del Paese. 
La scelta degli studi tecnici è professionali non è di serie B. Se facciamo un buon lavoro su questa potremo utilizzare queste competenze anche a favore dei giovani stranieri, anche all’estero. Il lavoro di Valditara e mio, messi a fattor comune, creano valore”.

Abbiamo considerato il ddl sulle filiere tecnologico professionali e la sperimentazione che anticipa il disegno una buona notizia. Siamo un po’ più europei – ha commentato anche Aprea -. Dobbiamo ora far leva sulla quadriennalita dei percorsi, scommettiamo sulla costruzione di campus con reti imprenditoriali e territoriali per rafforzare il collegamento con il mondo del lavoro e dell’impresa. Creare una nuova generazione di tecnologi per modernizzare i settori della vita pubblica e privata. Le scuole devono diventare fabbriche di competenze. Non ci potrà essere nessuna modernizzazione del nostro Paese se non si provvederà in tempi brevi a creare una nuova generazione di tecnici e tecnologi che abbiano le competenze per trasformare con le tecnologie più avanzate i settori della vita pubblica e privata. Scuole, imprese e lavoro o vincono o perdono insieme la sfida del futuro che passa da un alto livello di digitalizzazione e che richiede, come si sta iniziando a fare con i fondi Pnrr, di investire nelle Stem, in intelligenza naturale e in intelligenza artificiale. Significa riportare al centro la persona e a rifondare luoghi, modi e tempi dell’educazione in un’ottica non più ‘Teaching centered’, ma ‘Learning centered’. Ma occorre superare il gap nelle competenze digitali, ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, cambiare i numeri che non vanno nel nostro sistema formativo, dare stabilità finanziaria a tutti i percorsi professionalizzanti delle filiere tecnologico professionali, rafforzare la coerenza e la connessione tra Its Academy e gli Istituti secondari superiori nell’area della didattica, nell’area dello sviluppo di competenze per i nuovi lavori e nell’area della costruzione di reti”. Per Aprea, occorre poi “individuare il modello vincente da introdurre nell’arco della legislatura, a livello ordinamentale per generalizzare le innovazioni che stiamo per introdurre con la sperimentazione. Su questi obiettivi Forza Italia è impegnata a sostenere le azioni del governo in Parlamento, nelle Regioni e sui territori.

A portare un esempio di modello vincente ci ha pensato Simona Tironi, assessore per l’istruzione della Lombardia: “Abbiamo a 27 fondazioni Its Accademy, andiamo a coprire tuti i settori. È stata una sfida che abbiamo accettato di buon grado, lo testimoniano i risultati. Siamo stati la prima regione di Italia a portare una delibera molto ben dettagliata. Abbiamo 60mila ragazzi in IeFP, una percentuale del 94% di inserimento nel mondo del lavoro. Ben venga la sperimentazione del 4+2 . Non puntiamo a ridurre lo studio ma a massimizzare la qualità della formazione che siamo in grado di erogare e che vogliamo dare a garanzia ai nostri ragazzi. Siamo riusciti a sviluppare più di 35 filiere in cui abbiamo fatto un lavoro incredibile che hanno una cascata moltiplicatrice. Coinvolgiamo 1900 studenti in questa sperimentazione a cui stiamo dando un opportunità straordinaria, l’accesso agli Its Accademy che rappresentano quella leva competitiva che possiamo dare alle aziende. Coinvolgiamo 105 classi, 40 istituti statali e tutti i nostri Its”.

Anche il lavoro della Calabria ha portato i suoi frutti: “Ho vissuto il profondo scollamento tra scuola e mondo del lavoro – ha raccontato Giusy Princi – assessore per l’istruzione della Calabria -.
Le imprese calabresi andranno ad assumere oltre 80 percento nei prossimi anni. È un fabbisogno a cui dobbiamo rispondere attraverso una formazione sempre più tecnica e specialistica. In Calabria abbiamo avviato un importante azione di avviamento alla riforma. Partiamo da una regione che non ha un sistema produttivo di riferimento. Dobbiamo scongiurare la fuga dei cervelli. Siamo state una delle regioni che ha avuto il maggior numero di candidature per l’attivazione dei percorsi 4+2: hanno aderito 24 istituti.  Siamo stati l’unica regione italiana che ha sottoscritto un protocollo col sistema accademico per il riconoscimento dei crediti formativi per studenti che dopo gli Its abbraccino università. Ora stiamo accompagnando le famiglie”.

“Abbiamo deciso di lavorare sia all’interno della filiera formativa, sia tentando di collegare in modo forte le filiere formative con quelle produttive – ha spiegato poi Carmela Palumbo -. Dal primo punto di vista c’è un forte upgrade dell’IeFP che può accedere all’Its. Poi c’è la quadriennalità dei percorsi che entrano in filiera. Gli studenti che stanno nei percorsi di istruzione secondaria, regionali e statali, seguono percorsi similari con sbocchi similari. Senza contare che nella rete si comincia a lavorare insieme perché l’Its entri già scuola a ‘fidelizzare’ i ragazzi, far conoscere l’offerta formativa sperando di incrementare i diplomati Its. L’obiettivo è quello di riuscire ad avere studenti che a 21 anni escono con un diploma di specializzazione tecnica, con buone competenze di base, pronti per entrare nel mercato del lavoro e avere un lavoro coerente con il loro percorso di studi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA