
Scuole circolari che cambiano con la crescita degli alunni: cosa sono e perché si tratta di buone pratiche

Scuole circolari che costruiscono comunità e che cambiano a seconda delle fasi di crescita dei ragazzi: andiamo a Venaria Reale, Comune in provincia di Torino, dove è in corso la progettazione di due scuole dell’infanzia, la Don Sapino, che affaccia sulla Reggia, e il centro infanzia Andersen che si trova nel giardino del quartiere APC Fiordaliso. Superato il primo step burocratico dell’approvazione degli studi di fattibilità tecnico-economica e dell’affido della progettazione definitiva-esecutiva, i progetti sono stati finanziati: il budget per ora investito è di sei milioni di euro. Tuttoscuola è andata a curiosare per vedere cosa sta accadendo.
I progetti sono prototipi di scuole circolari che si montano e si smontano. Spiega a Tuttoscuola Maria Alessandra Segantini: “Sono un architetto e una mamma. Con questi progetti realizzo uno dei miei sogni: regalare esperienze speciali a tutti i bambini del mondo. Ho sperimentato layout scolastici circolari e un kit di montaggio che permette di smantellare l’edificio a fine vita riciclando i materiali costruttivi e diminuendo così l’impatto sul pianeta”. Segantini, insieme ai suoi colleghi, ha già realizzato altre scuole circolari: la primaria di Conegliano (in provincia di Treviso) e la secondaria di Cervignano del Friuli (in provincia di Udine), scuole che propongono nuovi modelli spaziali per tutto il percorso scolastico.
Come “funzionano” le scuole circolari. Sono nuovi layout scolastici circolari, diversi per i tre ordini di scuola: per i bambini della materna le strutture sono in legno e costruiscono un rapporto speciale con il giardino; nella scuola primaria la struttura è sospesa lasciando l’ingresso alla luce zenitale per stimolare l’esplorazione; nelle scuole secondarie la struttura disegna la socialità grazie a una piazza coperta dove si affacciano tutti gli spazi della scuola. Innovativo anche il procedimento di costruzione: un kit di montaggio permette di costruire l’edificio “a secco” e smantellarlo a fine vita riciclandone i materiali costruttivi, che sono il legno per le parti strutturali e il sughero per i pavimenti.
Il ruolo “politico” delle scuole. “In qualità di architetti e ricercatori, riconosciamo alle scuole un importante ruolo di politico, dal greco polis, comunità, allo spazio della scuola, che deve diventare un punto di riferimento della comunità”, spiega Carlo Cappai. “In questi progetti, seppur con forme diverse, abbattiamo i muri disegnando scuole completamente trasparenti, che diventano metafore per la costruzione di una comunità aperta, multietnica e multiculturale. Abbiamo concepito questi edifici scolastici immaginando la possibilità di realizzare spazi che possano essere usati da tutta la comunità, in tempi diversi e adattabili ad accogliere eventi diversi: recite teatrali o musicali, cucinare o fare sport insieme. Le due scuole dell’infanzia si trasformano facilmente in poli culturali trasparenti e porosi che stimolano la curiosità e lo scambio di esperienze e conoscenze”.
Best practice per le linee guida dei MIM. La Segantini, insieme a Cappai e ad altri colleghi (lo studio, ha sede tra Treviso e Londra) lavora da più di vent’anni su progetti di edilizia scolastica, dal 1998, quando realizzarono il loro primo complesso scolastico a Caprino Veronese. Le loro scuole sono conosciute a livello internazionale, sono state “usate” come best-practice per scrivere le linee guida del Ministero e sono state esposte alla 15° Biennale di Architettura di Venezia. Sono tutti edifici Nzeb (Nearly zero energy building, ovvero ad elevata efficienza energetica). Oltre a Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, lavorano al progetto di Venaria Reale Stefano Di Daniel (Project Manager) C+S Architects, Anamika Gupta, Alice Cecchini, Roman Joliy e Ana Paula Tosetti Sapia (C+S Architects), lo studio New Engineering, esperto per la progettazione di strutture in legno, che segue anche la parte impiantistica e lo studio Flooer per le immagini.
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