Conte 2, le molte sfumature del governo giallorosso

Quale sarà il colore del governo Conte 2? Sarà un mix tra i due colori o essi resteranno nettamente distinti, come nella maglia della squadra di calcio della Roma? Nel primo caso avremmo una tinta unica e saremmo in presenza di una significativa convergenza sul programma, insomma di una alleanza; nel secondo resterebbero i due colori nettamente distinti, come con il governo gialloverde Conte 1, che infatti è potuto nascere sulla base non di una alleanza ma di un contratto tra due soggetti politici dichiaratamente diversi.

Probabilmente avremo una situazione intermedia: una tonalità cangiante che potrà tendere in qualche caso più al giallo (esempi: reddito di cittadinanza, manette agli evasori) e in altri più al rosso (esempi: sviluppo economico, istruzione e ricerca). Insomma un giallorosso con molte sfumature.

Molto dipenderà dal ruolo che Giuseppe Conte sarà in grado di svolgere: certamente non sarà più quello paranotarile a cui è stato costretto nella sua prima esperienza di governo (salvo che nella politica estera), ma bisognerà verificare se la funzione che gli sarà consentito di esercitare sarà quella di un leader che fa sintesi o piuttosto quella di un mediatore costretto a fare compromessi.

Qualche indicazione nascerà dal discorso programmatico che il premier pronuncerà di fronte alle Camere e dall’andamento del dibattito sulla fiducia. Per quanto riguarda il settore che comprende scuola, università e ricerca, non nascondiamo di attenderci qualche buona notizia da una personalità, come quella di Giuseppe Conte, figlio di una maestra elementare e del segretario comunale di un piccolo paese della provincia pugliese, che deve la sua brillante carriera professionale e accademica all’impegno posto e al successo registrato negli studi, perfezionati frequentando la comunità di Villa Nazareth, animata dal Cardinal Silvestrini, scomparso pochi giorni fa (https://www.tuttoscuola.com/leredita-di-silvestrini-cardinale-al-servizio-della-chiesa-e-dei-giovani/ ). Una considerazione analoga può essere fatta anche per il neoministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, un economista di fama internazionale partito da una laurea in filosofia conseguita a Roma Tor Vergata.