Report di Tuttoscuola: la grande occasione offerta dal trend demografico. Non sprechiamola

Il trend demografico offre l’occasione di cambiare il volto del sistema formativo a parità di spesa. Tra 10 anni ci saranno un milione e 300 mila studenti in meno, con un turnover del 40% degli insegnanti. Ma non se ne parla.

Quale modello di scuola vogliamo per il Paese? Un piano strategico che dia risultati entro un decennio e consenta di cogliere la finestra di opportunità offerta dal calo demografico va definito ora. Se non lo si affronta in questo momento di cambio di governo, in cui le forze politiche affermano di voler presentare le ricette per rilanciare il paese, quando lo si farà?

Tuttoscuola lancia nel nuovo report dal titolo “Il dibattito sulla crisi e sul futuro del Paese: la grande assente è la scuola. Eppure c’è un grande opportunità…” (scaricabile gratuitamente a questo link https://www.tuttoscuola.com/il-dibattito-sulla-crisi-e-sul-futuro-del-paese-la-grande-assente-e-la-scuola-eppure-ce-un-grande-opportunita/) un appello alla politica: la scuola sia posta al centro dell’agenda del Paese, andando oltre l’ottica di breve periodo.

Se c’è un tema capace di infiammare il dibattito sulla crisi, sul quale le forze politiche dovrebbero confrontarsi (anche duramente), se c’è una materia dalla quale ripartire per costruire il futuro dei prossimi anni e magari anche per dare solide fondamenta al programma di un nuovo governo, quella dovrebbe essere la scuola e l’emergenza educativa nel nostro Paese. Invece, in questi giorni al massimo poche parole di circostanza inserite in lunghi e generici elenchi. Almeno finora.

Si legge nel report: “Stiamo toccando con mano i danni prodotti dall’abbassamento delle difese culturali nella popolazione italiana. Per essere più diretti, vediamo sempre più nitidamente gli effetti dell’ignoranza, diffusa trasversalmente in ampi strati della società. Non sarà il caso di puntare di più sull’istruzione?”

Le obiezioni le conosciamo. Non ci sono le risorse economiche per affrontare un rinnovamento drastico del sistema scolastico, e i risultati sarebbero lontani nel tempo. Inoltre le resistenze al cambiamento nel personale della scuola sono troppo forti.

Eppure stavolta il nostro Paese ha una grande opportunità, un’occasione che sarebbe insensato non cogliere, proprio per rilanciare l’investimento in istruzione. Il calo demografico, un pericolo ancora più grande della recessione per un Paese che voglia tornare a crescere in campo economico e politico (e che nessuno – se non a parole – finora è riuscito ad affrontare) può comunque trasformarsi in una chance per riqualificare il sistema formativo, primo settore pubblico coinvolto appunto nella flessione demografica. Senza spendere un euro in più di oggi, o comunque senza incrementare l’incidenza della spesa per l’istruzione rispetto al PIL, che – ricordiamolo – è tra le più basse d’Europa (è scesa dal 5,5% del 1990 al 3,9% del 2016: l’Italia è quint’ultima tra i 28 paesi dell’Unione europea, dove la media è del 4,7%).

“Occorrono la visione strategica e il coraggio politico di non cadere nella tentazione di trarre vantaggio finanziario dalla flessione di organici, e non riversare nelle casse dello Stato (come purtroppo prevedono invece i vari documenti programmatici di economia e finanza degli ultimi governi di vario colore) i risparmi conseguenti”, si legge nel report.

Chi ci sta a ragionare seriamente su questo?