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Caro Diario,
finalmente siamo io e Virginia, distanti, con la mascherina, ma una davanti all’altra. Mi mostra lo schermo del suo iPhone e mi lascia leggere la mail di uno dei suoi studenti:
“Prof, il prossimo anno ci sarà vero? Non ci faccia scherzi. Lo dico non solo per me, ma per tutti”.
Virginia è una delle tante precarie della scuola italiana alla quale, a pochi giorni dalla fine della scuola e dalla scadenza del suo contratto, gli alunni chiedono se a settembre potranno contare ancora su di lei. Con la protezione sulle labbra e gli occhiali da sole non riesco neanche a vedere il suo viso, ma percepisco tanta tristezza e tanta frustrazione perché è seduta in silenzio e non dice nulla.
“Hai fatto caso che ha scritto ‘non ci faccia scherzi’ invece che ‘non mi faccia scherzi’?”. Virginia non è di ruolo, ma a quanto pare è una brava insegnante di sostegno. “Sì e quindi?” sottolinea con tono scontroso. “Hai notato che ha detto ‘Non lo dico per me, ma per tutti’?”.
La collega si toglie gli occhiali da sole per guardarmi negli occhi e valutare se sto dicendo sul serio o sto scherzando. “Sara, so leggere” risponde tagliente.
Virginia sa leggere, è vero, ma forse l’inesperienza, l’ansia di rimanere senza lavoro e non sapere dove sarà sbattuta il prossimo anno non le permettono di afferrare l’eccellenza del suo operato. “Certo che sai leggere ma sai comprendere dalle parole di Massimo che cosa hai saputo a fare?” le dico girandole di nuovo lo schermo dell’iPhone. Virginia lo prende di nuovo tra le mani, legge e mi guarda, aspettando che io le dia delle spiegazioni. “Non ti sta chiedendo se sarai la sua prof – continuo – o se lo aiuterai anche il prossimo anno, ti sta domandando se sarai ancora la prof di un gruppo classe di cui lui fa parte e di cui, in questa circostanza, si fa portavoce”.
“Mi stai forse dicendo – prosegue – che sono riuscita ad includerlo? Che sono riuscita ad essere la docente di tutti e di ciascuno?”.
“Ti sto dicendo – le sottolineo – che sei riuscita a fare tutto questo… A distanza”.
Virginia è una delle tante precarie della scuola italiana alla quale, a pochi giorni dalla fine della scuola e dalla scadenza del suo contratto, gli alunni chiedono se a settembre potranno contare ancora su di lei. La risposta non è data sapersi, certo è che Virginia ha cominciato a studiare per il concorso ordinario e attende certezze per poter affrontare anche quello straordinario.
Sara
Leggi i precedenti articoli di Vita di un’insegnante di sostegno a distanza:
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