Via al ri-dimensionamento/1. Si vuole un DS leader o una pallina da flipper?

La decisione da prendere (e sembra presa, consapevolmente o no) è nella risposta alla domanda posta nel titolo. Il resto è tutta una conseguenza. E fermo restando che la leadership educativa richiede qualità senza le quali non si può essere leader neanche se la scuola avesse un’unica sede e le più favorevoli condizioni strutturali. Ma anche chi ha stoffa, al contrario, può essere depotenziato da un sovraccarico sproporzionato.

Quale strada si vuole scegliere? Dirigenti scolastici, DSGA e rispettivi sindacati avevano sperato in una sentenza favorevole della Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sul ricorso di alcune regioni contro la riforma del dimensionamento della rete scolastica, prevista dalla legge di bilancio 2023.

Il comunicato della Consulta del 22 novembre scorso ha spento ogni speranza, perché il ricorso è stato respinto, confermando in via definitiva un ridimensionamento che nell’arco di pochi anni ridurrà di molte centinaia il numero complessivo delle istituzioni scolastiche.

Conseguentemente, si ridurrà anche l’organico dei DS e dei DSGA.

Nel 2001 ciascuno di loro si occupava in media di 3,9 sedi scolastiche. Nel 2022 di 5,2; nel 2032 ciascuno ne seguirà in media 6,1. Qualcuno si dividerà anche tra 10 plessi o scuole a decine di chilometri di distanza!

Non si determinerà invece – è bene sottolinearlo – riduzione del numero di punti di erogazione del servizio, ossia di sedi scolastiche. O meglio, quella proseguirà per effetto del trend demografico (se non si porrà mano ai criteri di formazione delle classi, come ampiamente dimostrato dalle analisi di Tuttoscuola), ma non di questa manovra, che invece si concentra sull’organizzazione amministrativa, andando a risparmiare su quell’1-2% del personale scolastico: presidi e Dsga, appunto. In tutto circa 1.500 posti in meno. Peccato che siano le figure che, per le loro responsabilità, più incidono sulla qualità del servizio. Un piccolo risparmio, un grande danno. Mentre il numero dei docenti è aumentato quasi del 24% (da 697.101 a 862.681, cioè +165 mila, molti dei quali peraltro precari) tra il 2012-13 e il 2021-22. E non diciamo che sia sbagliato in sé, ma la coesistenza di questi trend non ha senso (né dal punto di vista organizzativo e tanto meno da quello economico). Servono una visione e una strategia a lungo termine per offrire agli studenti il miglior servizio con l’organizzazione più efficiente. La scuola italiana non le ha mai avute, e non sarà certo diminuendo le istituzioni scolastiche a parità di sedi che le si raggiungerà.

Il ministro Valditara – che ovviamente ha espresso soddisfazione per la sentenza – ha confermato una sua precedente valutazione positiva, secondo la quale il nuovo dimensionamento porterà alla riduzione del numero delle reggenze, in quanto ovviamente rimarranno pochissime istituzioni prive di titolare da affidare ad un DS titolare in altra sede.

Meno reggenze? È questa la finalità della riforma? Poteva e doveva essere raggiunto immettendo in ruolo più dirigenti, altrimenti ha il sapore di un “gioco delle tre carte”.

In questo mutato quadro organizzativo sarà sempre più difficile per i dirigenti scolastici assumere la funzione di leader educativo, tratteggiata dal d.lgs. 165/2001 che all’articolo 25 prevede che: “spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare, il dirigente scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative.

….  il dirigente scolastico promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio”.

Niente o poco di tutto questo. E nel frattempo il concorso per l’immissione di nuovi DS continua a slittare.

Vediamo nella notizia successiva un elenco di cambiamenti, tutti nella direzione di un maggior carico di lavoro e responsabilità per i presidi.

Per approfondimenti:

Dimensionamento: le ‘mega’ scuole sono il modello giusto?
Ridimensionamento/2. La rete delle istituzioni scolastiche stravolta nel corso degli anni
– Dirigenti che stress. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze. Il dossier di Tuttoscuola
– Lo stress della dirigenza e la nostra linea editoriale

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