USA, insegnanti armati in classe: la ministra DeVos come Ponzio Pilato
Tre organizzazioni statunitensi di difesa dei diritti – DemocracyForward, American Federation of Teachers eSouthern Poverty Law Center– hanno deciso di chiamare in giudizio l’amministrazione Trump per non aver preso posizione sul quesito se la vigente legge di riforma della scuola, voluta da Obama, Every Student Succeeds Act(ESSA), permetta ai distretti scolastici di utilizzare fondi federali per acquistare armi da fuoco o addestrare gli insegnanti a usarle.
Nel mirino delle organizzazioni sono in primo luogo il ministro dell’istruzione (Secretary of Education) degli Stati Uniti Betsy DeVos e il suo staff, che pur avendo ricevuto numerose sollecitazioni da parte di Stati e distretti scolastici, non solo non hanno risposto, ma non hanno neppure reso pubbliche tutte le richieste ricevute, contravvenendo a una legge del 1966 che le obbligava a farlo (la Freedom of Information Act, FOIA).
La prima istanza avanzata sulla base della FOIA, datata 27 agosto, riguardava il ruolo svolto dalla NRA (National Rifle Association) e altri gruppi nel cercare di influire sulla decisione dell’amministrazione Trump sulla questione. DeVos si è limitata ad affermare che la legge ESSA non vieta ai distretti di utilizzare denaro anche per acquistare armi, ma che non intendeva dare ulteriori indicazioni in merito. La seconda richiesta targata FOIA, presentata l’11 settembre, chiedeva informazioni su quali distretti scolastici volessero armare gli insegnanti utilizzando fondi federali. Finora però il dipartimento della DeVos non ha risposto alle due richieste, pur essendo tenuto a farlo entro 20 giorni dalla presentazione delle istanze.
Randi Weingarten, presidente di AFT (il secondo sindacato della scuola americano con 1.700.000 iscritti), ha rotto gli indugi e ha accusato il Dipartimento dell’educazione di “cercare di inondare le scuole di pistole, facendo finta che educatori, amministratori, distretti scolastici e genitori vogliano trasformare le scuole in fortezze armate, e che ci siano prove che questo renderà le scuole più sicure, ma si rifiutano di produrre qualsiasi informazione, minimamente documentata, a sostegno di queste false affermazioni”. Al contrario, sostiene la sindacalista, “ho sentito insegnanti di tutto il paese, molti dei quali in possesso di armi, che mi dicono che portare le pistole in classe li rende meno sicuri, non di più. È tempo che Betsy DeVos inizi a difendere i bambini e gli insegnanti, non il NRA”.
Ma il Dipartimento dell’Istruzione si è rifiutato perfino di commentare la notizia dell’avvio della causa da parte delle tre organizzazioni. La strategia decisa da Betsy DeVos sembra ispirarsi alle non scelte di Ponzio Pilato.
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