Reclutamento insegnanti, D’Avenia: ‘Come si campa con 600 euro?’. Il duello verbale con la ministra Fedeli

Reclutamento e formazione insegnanti, stipendi e valutazione dei docenti, alternanza scuola – lavoro e orientamento. Questi sono solo alcuni degli argomenti che sono stati oggetti di un “duello” verbale tra lo scrittore e insegnante Alessandro D’Avenia e la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Uno di fronte l’altro, hanno continuato alla Statale di Milano il dialogo iniziato qualche giorno fa sulle pagine de La Stampa.

Reclutamento insegnanti e merito

Lo scrittore va subito al sodo e chiede alla Ministra, alla luce dell’approvazione dei decreti della Buona Scuola in CdM, chiarimenti in merito alla questione reclutamento docenti. “Sono contento – afferma D’Avenia – del nuovo reclutamento dei docenti, ma siccome questi arriveranno nel 2021-22, nel frattempo che cosa facciamo? “. “Conto sul piano di formazione in servizio”, risponde Fedeli. D’Avenia va quindi a parare sul merito:”Ma perché non riusciamo a portare a sistema un discorso di merito ordinariamente? Perché, e parlo da insegnante, abbiamo così paura di essere valutati? L’unico criterio è stata l’anzianità”. La Ministra risponde: “Ho mantenuto il test Invalsi”.

Le famiglie e la carta igienica

“Uno studente costa in media 7mila euro – provoca poi D’Avenia –  possibile che a fronte di un impegno così, e non sufficiente, ci sia tanta dispersione di risorse?  Famiglie che devono mettere loro i soldi per avere la carta igienica a scuola… Non sono cose di fantascienza…”. “Abbiamo iniziato a finanziare da tre anni – risponde ancora Valeria Fedeli -.  I finanziamenti vanno direttamente alle scuole. Punto. Anche negli ultimi finanziamenti, delle 10 azioni dei Pon (Programma Operativo Nazionale), i milioni per la programmazione sulla cittadinanza globale vanno direttamente sui progetti; se sono usati male è legittimo intervenire”.

Nuove regole per il reclutamento, D’Avenia: ‘Come si fa a vivere con 600 euro lordi?’

“Poca roba – ammette la ministra Fedeli parlando della retribuzione prevista per il primo anno – ma il secondo anno puoi fare supplenze e integri, il terzo fai proprio la supplenza annuale”. “È un sistema che conosco perché io ho preso l’abilitazione in un momento in cui c’erano le Ssis – inclaza lo scrittore – quindi ho fatto il concorso e poi i due anni, la mattina insegnavo, il pomeriggio facevo le lezioni alla Ssis; ho a cuore che in questi tre anni si abbia anche la possibilità di campare, perché nel frattempo dovevo pagarmi le tasse universitarie della Ssis insegnando al mattino. Però 600 eur0…Un bel modo di educare le nuove leve sarebbe dire: tu inizi e io ti do lo stipendio quanto meno di un dottorato (…). Così come si campa? “. “Sì, ma entri nel nuovo meccanismo e sai che dopo quel periodo se sei valutato positivamente hai il posto sicuro e il ruolo, quindi togliamo tutta la questione del precariato”, è la risposta di Valeria Fedeli.

Orientamento e alternanza scuola – lavoro

Cambia il tema oggetto del dibattito tra Ministra e scrittore, ora i protagonisti sono i ragazzi. “Abbiamo percentuali spaventose di ragazzi che hanno sbagliato Facoltà perché a scuola l’orientamento è inesistente e viene intercettato da open day che sono più o meno pubblicità delle Università; niente di male, ma così i ragazzi vengono presi dai copioni che tirano di più, del ‘così fan tutti'”, dice D’Avenia. Fedeli risponde con l’alternanza scuola – lavoro: “Significa che tu hai una innovazione didattica che porta a incrociare il mondo del lavoro, e non per coprire posizioni che devono essere svolte dai dipendenti”. La Ministra fa poi un salto indietro, all’orientamento che bisognerebbe fare in seconda e terza media, quando gli studenti sono alle prese la scelta del loro futuro: “Penso che dovremmo occuparci di più di quello che avviene tra II e III media, per sostenere ragazze e ragazzi nella scelta ‘di studio’ prima ancora ‘di quale’ studio”.