La scuola dopo il Coronavirus: valorizzare le attitudini e le potenzialità di ognuno

La scuola dopo il Coronavirus/4

Tuttoscuola è intervenuta più volte, nel tempo, su questa tematica con analisi, dossier e documenti presentati anche in Parlamento in occasione dell’indagine parlamentare sulla dispersione (novembre 2014) e più recentemente con il dossier ‘La scuola colabrodo’ (settembre 2018), scaricabile gratuitamente al link: https://www.tuttoscuola.com/prodotto/la-scuola-colabrodo/.

Vi si legge: “Serve il coraggio di cambiare paradigma, di passare da una scuola che boccia se non si raggiunge un certo standard in tutte le materie a una scuola su misura, basata sulla personalizzazione dei piani di studio, con una didattica individualizzata, flessibile. Una scuola che valorizzi le attitudini e le potenzialità di ognuno, registrando a verbale le limitate performance raggiunte in altre discipline (che magari verranno recuperate da adulti, anche perché le conoscenze evolvono continuamente); che sappia apprezzare le diversità e riconoscere la multiformità delle intelligenze, avvalendosi delle scoperte delle scienze cognitive e delle neuroscienze. Certo, non si può fare con 30 alunni per classe, dove salta la possibilità di una vera relazione, e neanche con le classi rigide alle quali siamo abituati, bisognerebbe lavorare per gruppi di apprendimento ridotti, eterogenei e variabili.

La bocciatura andrebbe riservata a chi si rifiuta di impegnarsi nello studio a prescindere dai talenti, a chi non rispetta la disciplina, insomma a chi può essere veramente “utile” come lezione. Infliggerla a chi fa comunque il proprio meglio, poco o tanto che sia, può servire solo a stroncarne le potenzialità latenti. Anche così si spiegano gli oltre due milioni di neet, che non ci possiamo più permettere. Il confine tra scartare ciò che non è “a norma” e ricavare il massimo possibile – che è un principio di saggezza – può essere molto sottile, l’uno si adatta meglio alle cose, l’altro alle persone. E qui stiamo parlando dei nostri ragazzi”.

Il che non significa nel modo più assoluto rendere la scuola più facile, abbassare l’asticella. Al limite – se proprio si vuole forzare questa immagine – renderla obliqua invece che orizzontale, in modo che ognuno possa affrontarla secondo i propri talenti. Continuiamo a ritenere che la via maestra sia quella della personalizzazione dei curricula individuali, resa assai più agevole dalla scuola in via di digitalizzazione, consentendo il passaggio agli anni successivi anche in presenza di scarsi risultati di apprendimento in alcune discipline e valorizzando le capacità dimostrate dai singoli studenti in altre. Temi sviluppati anche nella prima puntata dell’inchiesta su “La scuola che sogniamo”, dedicata propria alla “scuola su misura” (https://www.tuttoscuola.com/la-scuola-su-misura-parla-uninsegnante-di-sostegno-linclusione-come-scelta/ ).

Anche l’esame di Stato, come eccezionalmente avverrà quest’anno, dovrebbe essere sostenuto anche in futuro con una sola prova orale (più, eventualmente, quella scritta di italiano) incentrata sulle 3-4 discipline per quali lo studente avrà dimostrato maggiori attitudini e capacità e ancorando la continuazione degli studi alle discipline scelte in sede di esame di maturità. Non mancano esempi e precedenti nel mondo, a partire dagli A-Level della scuola britannica.