Il contratto dei dirigenti scolastici su un binario morto?
Quasi un anno fa si avviava a conclusione, dopo circa un decennio di silenzio, il rinnovo del contratto della scuola che riguardava circa un milione di persone.
Contestualmente sembrava pronto ai blocchi di partenza anche il rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici, che, come quello del personale scolastico, era da anni in attesa di essere finalmente sdoganato.
In tutti questi anni di mancato rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici sono stati numerosi gli interventi normativi che hanno inciso sulla condizione di lavoro dei dipendenti.
Nella scuola è in qualche misura cambiata la condizione di lavoro degli insegnanti e del personale ATA, ma, soprattutto è radicalmente cambiata (in peggio) la condizione di lavoro dei dirigenti scolastici, sui quali si sono scaricate nuove incombenze e nuove responsabilità.
Il contratto dovrà tenere conto dei nuovi carichi di lavoro, radicalmente appesantiti e, per molti dirigenti, ulteriormente complicati dalla onerosa reggenza di altra istituzione scolastica.
Ma di rinvio in rinvio il rinnovo del contratto per la dirigenza non arriva ancora e sembra essersi fermato su un binario morto.
Nel maggio del 2017 i dirigenti scolastici avevano scioperato per il rinnovo del contratto e per ottenere uno snellimento degli adempimenti burocratici. Tutto però è rimasto come prima.
Tutti i governi e i ministri dell’istruzione hanno più volte ribadito il ruolo e la funzione insostituibile dei capi d’istituto per il buon funzionamento della scuola e il sostegno delle riforme, ma nei fatti i dirigenti della scuola hanno ricevuto finora dal datore di lavoro solo pacche sulle spalle. In tanti però cominciano a non reggere più la pressione. Fino a quanto si vuole tirare la corda?
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