‘Gravemente insufficiente’. A chi?

Inversioni a 180 gradi, stop and go, cantiere sempre aperto. La valutazione nella scuola primaria stimola appetiti politici e suscita polemiche. Ne parleremo in un webinar gratuito dal titolo “Si cambia ancora, era davvero necessario?” mercoledì 6 marzo alle 17 con Daniele Novara, Alex Corlazzoli e altri ospiti (iscrizione gratuita da qui). Altri ne hanno parlato. Leggiamo.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sta valutando di introdurre dal prossimo anno scolastico il giudizio “gravemente insufficiente” nelle scuole elementari. Ecco, signor Ministro, non lo faccia. Lasci stare. Introduca piuttosto insegnanti di sostegno, e in numero adeguato, nelle scuole di ogni ordine e grado. Che cosa potrebbe mai significare “gravemente insufficiente” per un bambino di sei anni, se non un trauma e una umiliazione? Trovo che l’idea di averci pensato sia drammatica. Perché mostra il dramma di chi evidentemente non si rende conto di che cosa sono oggi i giovani, da quale fragilità siano afflitti e di quanto sarebbe necessario invece costruire una scuola inclusiva che abbia il compito innanzitutto di rispettare i tempi di crescita di ciascun alunno e di aiutarlo a scoprire le proprie passioni. Questo è il punto: dalle elementari alle superiori, la scuola dovrebbe appassionare.

Alla conoscenza, allo studio, alla scoperta del mondo e soprattutto di se stessi. I ragazzi hanno più che mai bisogno di essere ascoltati, accompagnati nel loro percorso di crescita in un tempo per loro difficile come quello che stiamo vivendo, in cui la fiducia nel domani è svanita e dove i social stanno creando un mondo fittizio in cui si rifugiano e di cui sono sempre più dipendenti. L’idea che la scuola efficiente sia fatta di lezioni frontali, di valanghe di compiti per le vacanze, di verifiche e di stress, mi sembra anacronistica, una grande occasione sprecata. Gravemente insufficiente è lo stipendio degli insegnanti, gravemente insufficienti sono le risorse destinate all’Istruzione, gravemente insufficiente è l’investimento sul futuro. L’insegnante con la bacchetta in mano è un rimpianto assurdo. (…)(Fabio Fazio)

Stiamo valutando se sia utile aggiungere la possibilità di mettere “gravemente insufficiente” dal prossimo anno scolastico», ha detto il ministro Giuseppe Valditara. Dunque, per semplificare, i bambini delle scuole primarie potrebbero ricevere nuove pagelle con cinque diversi giudizi: ottimo, distinto, buono, sufficiente, insufficiente e gravemente insufficiente. «Si ricambia. Era il caso?», si è chiesta la rivista Tuttoscuola. «Non vogliamo qui neanche entrare nel merito di cosa sia meglio. Mettere sotto attenta osservazione l’ultima riforma, valutarne criticamente gli esiti durante un congruo periodo di tempo sarebbe (stato) più che comprensibile. Valeva la pena di buttarla subito all’aria e imprimere un nuovo giro di frullatore, buono o cattivo che sia? Troppe volte in questi anni la scuola elementare-primaria è stata palestra dei giochi dei partiti della maggioranza del momento, che si sono sostituiti a pedagogisti e psicologi. Stop and go, inversioni a 180 gradi, alla ricerca di un presunto consenso». Dove? Sui «social, gli incessanti talk show televisivi, i sondaggi quotidiani». Come se quello fosse il problema.

La nostra, scrivevano sessant’anni e tre mesi fa i ragazzi di Barbiana di Don Lorenzo Milani  ai ragazzi di Piadena, «è una scuola particolare: non c’è né voti, né pagelle, né rischio di bocciare o di ripetere. Con le molte ore e i molti giorni di scuola che facciamo, gli esami ci restano piuttosto facili, per cui possiamo permetterci di passare quasi tutto l’anno senza pensarci. Però non li trascuriamo del tutto perché vogliamo contentare i nostri genitori con quel pezzo di carta che stimano tanto, altrimenti non ci manderebbero più a scuola. (…). Questa scuola dunque, senza paure, più profonda e più ricca, dopo pochi giorni ha appassionato ognuno di noi a venirci. Non solo: dopo pochi mesi ognuno di noi si è affezionato anche al sapere in sé.» Domanda: basterà la minaccia d’una pagella gravemente insufficiente («somarissimo» nel minaccioso linguaggio vetero scolastico), ad affezionare gli alunni «al sapere in sé»?
(Gian Antonio Stella)

Per approfondimenti:

Valutazione nella scuola primaria. Si ricambia. Era il caso?
Il voto è un capriccio adulto. Ecco perché
Cristiano Corsini: Il voto è un capriccio adulto?

© RIPRODUZIONE RISERVATA