Divari educativi/1: inviare gli insegnanti migliori nelle scuole più difficili

Fattori come l’esperienza hanno un grande peso nella distribuzione degli insegnanti nei sistemi di istruzione centralizzati, dove gli insegnanti più esperti si collocano in genere nelle scuole frequentate da studenti provenienti da famiglie benestanti e acculturate; l’esperienza ha invece assai minore importanza in quelli più decentrati, dove le scuole sfavorite, se dotate di una reale autonomia anche finanziaria, possono attrarre gli insegnanti migliori a prescindere dalla loro esperienza, e utilizzarli nelle classi più problematiche. I sistemi decentrati, o comunque quelli che consentono alle scuole di utilizzare gli insegnanti migliori nelle classi più impegnative, sono quelli che riducono con maggiore efficacia il divario educativo tra gli studenti appartenenti alle diverse classi economico-sociali.

È questa la conclusione alla quale perviene la ricerca dell’OCSE Mending the Education Divide: Getting Strong Teachers to the Schools That Need Them Most (Riparare il divario educativo: portare insegnanti forti alle scuole che ne hanno più bisogno, OECD Publishing, Paris, 2022), realizzata a partire dall’indagine Talis del 2018.

La ricerca mostra, sulla base dei dati rilevati mettendo a confronto i 48 Paesi che hanno partecipato a questa edizione di Talis, che la qualità professionale degli insegnanti si correla in modo significativo con i risultati ottenuti dagli studenti, ma che non basta garantire l’uguaglianza delle opportunità nell’accesso alla scuola (equality) per ottenere l’uguaglianza, o almeno una maggiore uguaglianza, o equità, dei risultati (equity, fairness).

I modelli di finanziamento delle scuole ispirati a criteri progressisti, che puntano sull’equità (viene citato il caso della Svezia) consentono alle scuole svantaggiate di pagare stipendi più elevati. In alcuni casi, però, non sono gli incentivi finanziari ad attrarre gli insegnanti migliori nelle scuole svantaggiate, ma le possibilità di accelerazione della carriera, come nel caso di Shanghai (Cina). Ci sono infine, i modelli che puntano sulla libertà di scelta dei genitori, come quello adottato dalla Comunità fiamminga del Belgio: garantire ai genitori la libertà di scegliere la scuola per i propri figli, consentendo alle scuole di scegliere gli insegnanti più adatti a soddisfare le esigenze delle singole scuole, porta a una distribuzione più equa degli insegnanti migliori. Va precisato tuttavia che la libertà delle scuole nel reclutare il personale è accompagnata da precisi vincoli in ordine alla qualità e all’equità dei risultati che esse ottengono.

E l’Italia? Ne parliamo in questa notizia.

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