Elezioni RSU/1: le incognite del voto

Dal 5 al 7 aprile circa un milione di docenti e ATA (di ruolo o supplenti annuali) voteranno per il rinnovo delle RSU nelle scuole statali. Saranno confermate le posizioni degli attuali sei sindacati rappresentativi? Vi saranno esclusioni o nuove inclusioni?

Tre anni fa l’interrogativo riguardava l’Anief che nelle precedenti tornate elettorali si era avvicinato alla percentuale del 5% (limite minimo per conseguire il requisito di rappresentatività) senza tuttavia raggiungere il livello sperato.

In quella tornata elettorale l’Anief aveva finalmente conseguito il tasso di rappresentatività, entrando nel “club” dei sindacati rappresentativi insieme ai cinque sindacati tradizionali (Cgil Cisl, Uil, Snals e Gilda).

Nella circostanza, però, la vera sorpresa era venuta dalla Cisl-scuola che aveva scalzato dal primo posto la Flc-Cgil, diventando il sindacato più rappresentativo del comparto scuola.

Sulle elezioni di quest’anno pesa sicuramente la frattura, in atto ormai da mesi, tra i tre sindacati confederali. Da una parte la Cisl-scuola che privilegia la linea del confronto nelle relazioni sindacali, dall’altra Flc-Cgil e Uil-scuola che oltre al confronto prendono posizioni più dure non disdegnando anche il ricorso allo sciopero. Ma le divergenze riguardano soprattutto la linea politica, sempre meno unitaria.

I sei sindacati rappresentativi sembrano andare in ordine sparso anche verso l’imminente rinnovo contrattuale, con l’effetto di disorientare la categoria. Per quel voto c’è anche un’altra incognita: la partecipazione del personale.

L’insuccesso di adesione allo sciopero di dicembre, dove i sindacati promotori (non c’era la Cisl-scuola), pur potendo contare su un’ampia base di consenso (450mila propri iscritti e 660mila voti nelle precedenti elezioni RSU), avevano registrato soltanto poco più di 76mila di adesioni (meno del 7%), potrebbe costituire un campanello d’allarme da non trascurare.

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