Ucraina/2. Come trattare l’argomento in classe?

La domanda se la stanno ponendo gli insegnanti in tutta l’Europa, come risulta dalla consultazione dei principali quotidiani e social media, e la risposta prevalente è: sì, di ciò che sta accadendo in Ucraina bisogna parlare, in primo luogo perché sono gli stessi studenti, di tutte le età, a chiedere ai loro docenti di farlo. Ma anche perché l’analisi degli eventi di questi giorni offre a questi ultimi una importante opportunità didattica, quella di esaminare un evento di evidente portata storica da vicino, quasi dal vivo, in tempo reale, e con un forte coinvolgimento emotivo degli studenti.

Lo si deve fare anche con i bambini piccoli e piccolissimi (3-6 anni)? Lo devono fare tutti gli insegnanti o solo alcuni quando le materie sono molteplici, come nelle scuole secondarie? Lo si deve fare, in particolare, nelle scuole che accolgono bambini e adolescenti ucraini o anche nelle altre? “La pace, sulla quale tutte le nostre studentesse e i nostri studenti stanno riflettendo in questi giorni, si costruisce con la solidarietà e l’inclusione”, ha detto il ministro Bianchi in occasione dell’invio ai direttori degli USR e a tutti i dirigenti scolastici della nota contenente “prime indicazioni e risorse” per l’accoglienza scolastica degli studenti ucraini esuli.

Ma la pace su cui riflettere in Ucraina non c’è: c’è la guerra che Putin insiste a chiamare “operazione militare speciale” (ecco un tema da spiegare e discutere con gli alunni più grandi), e ci sono migliaia di morti e feriti, anche russi, e milioni di civili in fuga dalla loro terra, un fatto senza precedenti in Europa. “L’Italia ripudia la guerra…”, dice l’art. 11 della Costituzione, ma come molti altri Paesi europei sta inviando armi per aiutare gli ucraini a difendersi dall’invasione (armi di difesa, non di offesa, altro tema da spiegare). Le sanzioni economiche contro la Russia sono state decise all’unanimità dai 27 Paesi dell’UE, ma l’UE non è uno Stato federale come gli USA (perché? Che differenza c’è? Che cosa è la NATO?); l’Italia e i molti Paesi europei non autosufficienti sul piano energetico si apprestano a pagare un prezzo salato (vedi già l’aumento vertiginoso della benzina, del gasolio e delle bollette): va spiegato.

Di guerre e di paci è costellata la storia dell’umanità, ma si sperava che dopo la tragica esperienza delle due guerre mondiali novecentesche almeno l’Europa sarebbe stata al riparo da nuove guerre. Lo è stata per 77 anni, superando passaggi rischiosi come la caduta del muro di Berlino e la riunificazione della Germania, perché la Storia, per le ragioni accennate della notizia precedente, non è finita nel 1945, e il sogno neo-kantiano di una pace perpetua si è rivelato, appunto, un sogno. Bisogna capire e spiegare perché, sperando intanto che le misure prese dall’Occidente per costringere la Russia a un compromesso rispettoso dell’indipendenza e della libertà dell’Ucraina si rivelino efficaci.

In tal caso, sempre che non intervengano novità di rilievo nella leadership della Russia, è probabile che sull’Europa cali una nuova Cortina di ferro, un po’ più a oriente di quella del 1945, che dividerà le liberal-democrazie della sua parte occidentale dall’autocrazia autoritaria del nuovo Impero post-sovietico. O neo-zarista? 

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