Studenti sospesi diventano volontari della Caritas

C’è una alternativa alla semplice sospensione dalle attività scolastiche come unica modalità di esecuzione di un provvedimento disciplinare a carico di un alunno? A Parma sì. Giusto a ridosso di Natale giunge la (buona) notizia di un singolare progetto attivato da alcuni istituti di scuole secondarie superiori, come riferisce Biagio Chiariello in un articolo pubblicato sul sito fanpage.it.

Protagonista dell’iniziativa è la Caritas di Parma, che l’ha resa nota in occasione della presentazione del bilancio sociale del 2018. “Grazie a un accordo con le scuole abbiamo recuperato dei ragazzi attraverso l’incontro con i poveri. E in questo modo i ragazzi sono diventati nostri partner”, ha detto Maria Cecilia Scaffardi, presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Caritas Sant’Ilario.

Di che si tratta? L’idea è quella di inserire gli studenti sospesi dalle scuole in attività a sostegno dei servizi di volontariato, per esempio quello riguardante i pasti distribuiti durante l’anno: ben 68.839 a Parma, mentre i dormitori maschili hanno registrato quasi 8.000 presenze.  “I numeri non dicono tutto ma aiutano a capire il nostro lavoro a sostegno delle fragilità. Ascoltare, accogliere, accompagnare sono i verbi che si intrecciano e danno forma alle tante progettualità in atto non sempre rintracciabili nelle cifre economiche che presentiamo” ha spiegato la presidente della Fondazione.

Gli studenti sospesi si aggiungono ai 180 volontari i che coadiuvano gli otto dipendenti della Caritas parmense, e la scommessa pedagogica di questa originale iniziativa è che grazie a questa esperienza di solidarietà concreta la punizione inflitta ai giovani che si sono resi responsabili di atti giudicati censurabili sul piano disciplinare possa convertirsi in una buona pratica di educazione civica.