Ma il Merito non era di sinistra?/1. Eppure i più deboli…

La domanda l’ha posta con pungente vis polemica il giuslavorista Pietro Ichino, già sindacalista della Fiom-Cgil e deputato indipendente del PCI (1979-1983), in un articolo pubblicato su Repubblica il 27 ottobre 2022, intitolato Perché la sinistra deve credere nel merito. Cita il Segretario Cgil Landini, che ha detto che “rischia di essere uno schiaffo in faccia per chi può avere tanti meriti ma parte da una situazione di diseguaglianza”), e afferma che i partiti, gli intellettuali di sinistra e i sindacalisti che considerano “reazionaria” l’idea del neoministro Valditara di porre il merito al centro del suo programma commettono un grave errore perché “vi sono degli ottimi motivi per pensare proprio il contrario”, e cioè che puntare sul merito sia “l’unico modo per garantire una scuola efficace anche per chi viene da famiglie non abbienti”.

Sempre che si accolga, come Ichino sembra fare, la distinzione fra ‘destra’ e ‘sinistra’ proposta da Norberto Bobbio in un suo famoso saggio del 1994 (Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica) così riassumibile: la sinistra punta a ridurre le diseguaglianze e a perseguire e conseguire l’eguaglianza, mentre la destra prende atto dell’esistenza di diseguaglianze e può giungere a valutarle positivamente come premessa e come esito della competizione sociale ed economica.

Certo, si può proporre anche una lettura da destra, individualista e malthusiana, dell’idea di merito, e sarà bene che il ministro Valditara faccia chiarezza su questo (il recente libro che ha scritto con Amadori, di cui parliamo in questa stessa newsletter, non sembra peraltro andare in questa direzione quanto in quella della valorizzazione dei talenti), ma Ichino ha ragione da vendere nel sostenere che “la scuola non possa essere fattore di uguaglianza sociale se non impara a valutare e premiare il merito molto più di quanto non lo faccia oggi. Più in generale, è l’intera amministrazione pubblica che ha bisogno di questa rivalutazione del merito al proprio interno; e la sinistra dovrebbe far proprio questo obiettivo perché di un’amministrazione che funziona bene hanno bisogno soprattutto i più deboli e i più poveri”. Ceti che la sinistra ha storicamente rappresentato ma che ora rischia di non saper più rappresentare e difendere.

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