Valditara e Amadori (Lega)/2. La nuova frontiera della personalizzazione

Il tema della personalizzazione, affrontato nella parte finale del paragrafo dedicato alla scuola, non viene trattato dagli autori solo nella logica del ‘non lasciare indietro nessuno’ ma in quella simmetrica e speculare del ‘valorizzare i talenti individuali’, compresi quelli degli alunni che meglio si esprimono sul terreno degli apprendimenti e delle attività di tipo pratico. Di qui la proposta di affiancare all’area liceale quella di percorsi tecnico-professionali ridisegnati “su una filiera unitaria, graduale, integrata” con uscite dopo 3, 4, 5 (diplomi tecnici secondari), 6-7 anni (diplomi tecnologici superiori) e 8 anni (diplomi equivalenti alle lauree triennali). In questo modo sarebbe riconosciuto definitivamente il valore culturale e formativo dell’alternanza scuola/lavoro e dell’apprendistato, “che la cultura dominante ha sempre trascurato”, e i percorsi tecnico-professionali italiani smetterebbero di essere considerati “di serie B” per assomigliare di più a quelli tedeschi, che competono con quelli liceali in condizioni di effettiva “pari dignità”.

A garanzia della massima flessibilità e personalizzabilità di tutti i percorsi, liceali e tecnico-professionali (ma forse partendo già dalla scuola media, non è detto chiaramente), i piani di studi sarebbero riorganizzati “per attività obbligatorie (quelle essenziali, comuni a tutti), attività opzionali e attività facoltative (anche per favorire allo stesso tempo recuperi, approfondimenti o sviluppi personalizzati degli apprendimenti)”. Obiettivi e standard delle attività obbligatorie (una sorta di core curriculum) e opzionali sarebbero definiti dal Ministero, quelli delle attività facoltative dalle istituzioni scolastiche.

In questo quadro di maggiore ricchezza e flessibilità dell’offerta formativa troverebbe soluzione anche la vexata quaestio della libertà di scelta tra scuole statali e scuole paritarie gestite da una pluralità di soggetti (“enti morali, cooperative, reti di imprese, fondazioni, reti familiari”): le famiglie avrebbero la possibilità di scegliere, senza condizionamenti economici, all’interno di una vasta gamma di proposte che si differenziano non per il loro incardinamento istituzionale ma per la qualità dei modelli pedagogico-didattici. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA