Dimensionamento/1: un’occasione per non penalizzare le scuole

L’incontro, tanto tempestivo quanto imprevisto, del neoministro Valditara con gli Assessori all’Istruzione e alla Formazione di tutte le Regioni italiane ha messo in evidenza, tra le altre questioni, il problema del dimensionamento.

Valditara ne ha parlato con gli assessori regionali, perché è competenza delle Regioni definire il dimensionamento delle istituzioni scolastiche sui loro territori, come previsto dal D.P.R. n. 233/1998, “Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle Istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli Istituti, a norma dell’art. 21 Legge n. 59/1997”.

Pochi anni fa, un altro ministro dell’istruzione, Marco Bussetti anch’esso in quota Lega, aveva dichiarato che la revisione del dimensionamento poteva servire a ridurre il numero delle istituzioni scolastiche. In realtà servirebbe abbassare i parametri del dimensionamento e aumentare il numero delle istituzioni scolastiche, dotandole di dirigenti a pieno servizio.

Una delle riforme più miopi sulla scuola, confermata da Governi di tutti i colori, è stata quella dei parametri per il dimensionamento, che ha portato all’accorpamento di istituzioni scolastiche e alla riduzione di presidenze e segreterie con lo scopo di realizzare qualche risparmio, del tutto marginale se si considera che la categoria sulla quale ci si è accaniti rappresenta meno dell’1% del personale della scuola. Dimenticando che “numerosi studi internazionali dimostrano che quella del dirigente scolastico è la figura singolarmente più importante per aumentare la qualità del servizio scolastico. Miopia assoluta” (lo scrivevamo nel Dossier “DIRIGENTI, CHE STRESS. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze” nel 2019).

Ora, con la stagione dell’inverno demografico che non accenna a finire riducendo in ogni scuola il numero di alunni, potrebbe essere forte la tentazione, anche per il ministro Valditara, di proporre ulteriormente la riduzione del numero delle istituzioni scolastiche, che, come si sa, sono dimensionate in base all’entità della popolazione scolastica.

Ma la riduzione del numero delle istituzioni scolastiche ne aggraverebbe la gestione e la funzionalità, perché il dirigente scolastico che ne è a capo, non gestisce in prima battuta alunni, ma docenti e personale ATA.

La norma sul dimensionamento contiene in sé un limite di fondo: ritenere che i problemi di conduzione dell’istituzione scolastica siano direttamente proporzionali (solo) all’entità della popolazione scolastica e siano indifferenti ad altre problematiche gestionali.

Il dimensionamento “ottimale” non rende assolutamente ottimale anche il funzionamento delle istituzioni scolastiche e, al contrario, ne appesantisce la conduzione aumentandone le criticità.

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