Liceo classico/3. Storia di Andrea e del suo cane Carlo

La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco” è il titolo di un saggio, pubblicato da Laterza nel mese di settembre 2016, che ha rapidamente scalato la classifica delle vendite proprio nelle settimane antecedenti la scelta della scuola secondaria superiore da parte delle famiglie. Una fortunata coincidenza per i licei classici e per i loro estimatori, senz’altro favoriti da questa scintillante perorazione in favore dello studio del greco antico, una disciplina che si studia soltanto in quel tipo di liceo.

Un libro sorprendente, di impianto autobiografico ma anche tecnicamente molto argomentato,pieno di esempi e citazioni in greco (sempre accompagnate dalla traduzione italiana), scritto però non nella forma tipica dei saggi accademici – meticolosità e sterminati apparati di note compresi – ma in quella discorsiva e veloce della narrazione, dello storytelling, che costituisce d’altra parte la principale attività professionale dell’autore di questo libro. 

Anzi autrice perché, a dispetto del nome di battesimo maschile, Andrea Marcolongo – come si è potuto apprezzare in occasione della sua partecipazione alla trasmissione televisiva ‘otto e mezzo’ di Lilly Gruber –non è un ricercatore universitario ma una giovane e spigliata consulente di comunicazioneche ha vissuto in varie città in Europa e in Africa ed è al suo primo libro: un libro non accademico che si misura però con una tematica di indubbio spessore teorico come è quella del contributo che la lingua greca classica, quella della letteratura, delle scienze e della filosofia, ha dato alla costruzione dell’identità linguistica e culturale del mondo indoeuropeo moderno. Lo studio scolastico del greco antico, sostiene inoltre Andrea sul filo di un’esperienza personale intensamente vissuta, “insegna a riconoscere e a decifrare le sfaccettature della vita e i suoi colori”. E “La soddisfazione, l’orgoglio, la frustrazione, la delusione, che imparare questa lingua comporta, rendono più facile maneggiare poi le gioie e i dolori del mondo adulto”(p. 121). D’altra parte, sostiene l’autrice citando Marguerite Yourcenar, “quasi tutto quel che gli uomini hanno detto di meglio l’hanno detto in greco”.

Un libro suggestivo, di piacevole lettura per il suo ritmo incalzante, pieno di accelerazioni e invenzioni linguistiche, che si conclude con una pagina di ringraziamenti che, come tutto il volume, non manca di originalità, visto che tra i ringraziati compare anche il suo “ormai leggendario cane Carlo, che mi segue di città in città da nove anni sopportando di tutto (soprattutto me)
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