Le ‘domande inutili’ (mica tanto) del preside Petrolino

Chiamata diretta addio/3

In un sofferto e raffinato articolo scritto per il sito dell’ANP del Lazio, e che Tuttoscuola.com ha pubblicato in anteprima ( https://www.tuttoscuola.com/domande-inutili/) grazie alla cortese disponibilità del presidente dell’Associazione, Mario Rusconi, il preside Antonino Petrolino, dirigente storico dell’ANP fin dalla sua fondazione, si interroga sulle ragioni per le quali si è parlato relativamente poco, nei media, dell’accordo che ha cancellato la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi.

E risponde che “forse è normale che sia così: gli autori del testo avevano ogni interesse a sorvolare e molta parte di coloro che avrebbero dovuto indignarsi non ha capito la posta in gioco”. Ma chi avrebbe dovuto indignarsi? Chi ha vinto e chi ha perso in questa vicenda? È stato privilegiato l’interesse degli studenti o quello dei sindacati e dell’Amministrazione, “complici da sempre” nella difesa degli assetti tradizionali della nostra scuola?

Domande inutili”, scrive Petrolino echeggiando le ‘prediche inutili’ di Luigi Einaudi, perché di fatto la risposta è chiara: ha perso l’autonomia delle scuole. Non tanto i presidi, che “se mai hanno guadagnato qualche giorno di ferie” che negli anni scorsi avevano dedicato a cercare per le loro scuole gli insegnanti migliori, ma l’idea che la scelta degli insegnanti sia funzionale al miglioramento della qualità della offerta formativa, e non sia rimessa alla casualità di graduatorie costruite “sulla base di criteri che niente hanno a che vedere con le qualità professionali, che nessuno valuta e che comunque non hanno alcun peso”.

Domande inutili? Diremmo di no, come di certo non inutili furono le ‘prediche’ di Einaudi, richiamate anche recentemente dal presidente Mattarella. La partita dell’autonomia delle scuole funzionale agli interessi e ai bisogni degli studenti resta del tutto aperta. Ed era, almeno nelle enunciazioni, uno dei punti di forza della ‘Buona Scuola’, come Tuttoscuola ebbe modo di sottolineare in occasione dell’audizione in Parlamento: “E’ apprezzabile che la definizione dei fabbisogni parta dal basso, secondo un approccio ‘bottom-up’ che vede la singola scuola come una cellula autonoma, vitale e attiva, del corpo elefantiaco del sistema formativo, fino ad oggi guidato sostanzialmente dalle stanze di viale Trastevere. Offrire una vera autonomia alle scuole è fondamentale, ed è un grande merito di questo progetto. Si compie oggi un passo che si sarebbe dovuto fare quindici anni fa”. Adesso di anni ne sono passati quasi venti. E non abbiamo cambiato idea.