Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Inclusione/2. La via maestra è la personalizzazione

Quella della personalizzazione è una prospettiva sulla quale Tuttoscuola è intervenuta in più occasioni, e che occupa uno spazio centrale anche nel progetto La scuola che sogniamo, lanciato dalla rivista all’inizio dell’anno scolastico 2019-2020. Ma essa potrà realisticamente concretarsi solo se sarà superata la rigidità dei piani di studio e degli standard di prestazione richiesti per il passaggio alla classe successiva e spostando il baricentro dell’attività didattica dall’insegnante/insegnamento allo studente/apprendimento in un’ottica costruttivista.

In questo modo sarebbero poste anche le basi per il successo formativo, e dunque la piena inclusione, di tutti gli studenti, dal momento che nessuno di essi sarebbe escluso dal sistema a causa di prestazioni insufficienti, rese strutturalmente impossibili dall’eliminazione degli standard. In altri termini: la valutazione dei risultati ottenuti da ciascun alunno nelle diverse materie/attività sarebbe riferita non ad astratti e impersonali livelli di prestazione ma a concreti e personalizzati obiettivi di apprendimento.

Certo si pone il problema di come consentire a tutti gli studenti l’acquisizione di un core curriculum essenziale funzionale alla costruzione di un percorso formativo personale comprendente le altre materie/attività scelte nel corso della carriera scolastica. Di tale core curriculum dovrebbero far parte, dai 3 anni alla fine dell’attuale scuola media, italiano, matematica, scienze, tecnologia, educazione civica, storia, geografia, e anche altre attività (musica, arte, inglese, sport…), nel complesso abbastanza corrispondenti a quelle contenute nelle ultime Indicazioni Nazionali. Dopo la scuola media, fino al decimo anno di frequenza (biennio iniziale della scuola secondaria superiore), il core curriculum potrebbe limitarsi a italiano, matematica e scienze, mentre per il resto delle discipline gli obiettivi sarebbero personalizzati. Negli altri due anni (uno in meno rispetto ad oggi), concentrazione dello studio su due-tre discipline, da portare all’esame di maturità con vincolo di coerenza tra queste ultime e la continuazione degli studi in percorsi superiori post-secondari.

Perché non affidare alle scuole (alcune delle quali già si stanno in parte avviando su questa strada) la sperimentazione di questo modello?

Per approfondire: https://www.tuttoscuola.com/cuore-della-didattica/

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