Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Inclusione/1. Basta eliminare le ‘classi pollaio’?

Bisogna mettere mano in maniera strutturale nel rapporto fra studenti e insegnanti: con il PNRR dobbiamo trovare un equilibrio”. Lo ha ribadito il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, rispondendo in aula alla Camera, la scorsa settimana, a interrogazioni sulle iniziative per ridurre il fenomeno delle classi sovraffollate, cosiddette “pollaio”, al fine non solo di garantire il rispetto delle misure di distanziamento sociale ma anche un’efficace didattica per gli studenti, soprattutto quelli più fragili. “Questa – ha affermato – è una priorità assoluta”.

Bene. Il dossier di Tuttoscuola “Classi pollaio, ora basta!” – scaricabile gratuitamente a questo link – mirava proprio a sensibilizzare su questo problema. Ma ciò non vuol dire – come sottolineato nel dossier – che la riduzione del numero di alunni per classe sia una misura di per sé sufficiente a garantire migliori risultati per tutti gli studenti, e in particolare per quelli che presentano disabilità certificate, disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o bisogni educativi speciali (BES). Se l’obiettivo primario è quella di realizzare la piena inclusione educativa, premessa di quella sociale, di tutti i giovani in formazione, va detto che tale misura è probabilmente necessaria ma certamente non sufficiente. “Probabilmente” necessaria perché la ricerca internazionale e i dati dell’OCSE, pur considerandola importante, non la ritengono decisiva, e “certamente” non sufficiente perché risulta che altri fattori, come la qualità professionale degli insegnanti, i modelli pedagogici e organizzativi, e il clima sociale e culturale nel quale le scuole operano, incidano di più sui risultati.

Insomma, i numeri da soli non bastano: in Italia (ma anche in altri Paesi del mondo ‘occidentale’) una classe può diventare un “pollaio” anche con quindici alunni se manca un’attività didattica adeguata da parte di insegnanti capaci e motivati. Oppure restare una classe coesa e ben funzionante (anche se lontana dall’obiettivo della personalizzazione) anche con 50 e più alunni, come succede in Cina, dove l’assoluto rispetto per la scuola e per gli insegnanti da parte delle famiglie e degli studenti affonda le sue radici in una millenaria tradizione di osservanza delle regole e del principio di autorità, ribadito dal regime politico al potere.

In Italia la battaglia volta ad eliminare le classi sovraffollate è sacrosanta e prioritaria, ma ai fini della piena inclusione degli studenti, senza “scarti”, per usare un’espressione di Papa Francesco, serve – insieme ad essa – il ripensamento dei percorsi scolastici in chiave di personalizzazione degli itinerari formativi individuali.

Per approfondire: https://www.tuttoscuola.com/classi-pollaio-ora-basta-un-dossier-racconta-una-piaga-irrisolta/

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