In cerca di stabilizzazione delle cattedre a settembre/1. Una proposta

Le due urgenze della scuola indicate dal premier Mario Draghi – recupero del tempo e delle conoscenze che si sono persi per la ridotta didattica in presenza, e copertura delle cattedre a settembre – sono certamente allo studio del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, che fin dal primo giorno al Palazzo della Minerva ha mostrato decisione, presenza, sensibilità istituzionale.

Sul recupero con ipotesi di prolungamento del calendario scolastico, Bianchi, forse registrando una scarsa disponibilità del mondo studentesco e sindacale, ha guadagnato tempo rinviando ogni decisione in base anche all’andamento pandemico.

Sulla seconda urgenza, quella delle cattedre coperte a settembre, non potrà attendere molto, perché, qualunque sia l’ipotesi che vorrà affrontare, soltanto con un provvedimento legislativo d’urgenza sarà in grado in qualche modo di dare risposta concreta all’obiettivo prioritario prospettato dal presidente Draghi.   

La questione delle cattedre vuote riguarda soprattutto la scuola secondaria, per la quale, tra concorso ordinario e concorso straordinario, vanno coperte 65mila cattedre previste a bando per il triennio 2020-2023, di cui oltre 52mila per il biennio 2020-21/2021-22 (33mila del concorso ordinario e circa 20mila del concorso straordinario).

E’ ormai impossibile che il concorso ordinario per 33mila posti possa concludersi in tempo utile per le nomine dei vincitori al 1° settembre 2021; poiché, invece, il concorso straordinario ha concluso le prove scritte il 19 febbraio (vi potrebbero essere alcune suppletive), con la correzione delle prove si potrà disporre delle graduatorie di merito prima dell’estate, che potrebbero essere impiegate fino al loro esaurimento per coprire i posti del concorso ordinario.

Ciò sarebbe possibile, anche perché nel riparto dei posti dei due tipi di concorso si è proceduto nella spartizione pressoché paritetica delle cattedre vacanti.

Ovviamente negli anni successivi sarebbe necessaria la compensazione, restituendo al concorso ordinario i posti coperti in emergenza dalle graduatorie del concorso straordinario.

Sarebbe una soluzione d’emergenza che non risolverebbe i tanti problemi della stabilizzazione del sistema, ma potrebbe essere la strada più semplice per rispondere all’obiettivo immediato di Draghi.