Il precariato, male endemico, ha gli anni contati secondo Valditara. Quali sono i numeri?

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha affidato ad un video di diciotto minuti una serie di chiarimenti su alcune problematiche che nelle ultime settimane erano state oggetto di particolari critiche, con l’intento fare chiarezza dal suo punto di vista e anche, come si suol dire, di togliersi qualche sassolino.

E’ partito da un punto dolente. “C’è una questione endemica nella scuola italiana: il precariato. Si sono succeduti tanti governi, nessuno è sinora riuscito a risolvere seriamente questo problema. Per noi è una priorità, dobbiamo avviare una strategia complessiva”.

E ha quantificato il numero di docenti precari: “Non è vero che attualmente ci sono 250 mila precari nella scuola italiana. I precari fino al 30 giugno e fino al 31 agosto sono 165 mila, che si ridurranno a 155 mila entro dicembre grazie alle assunzioni derivanti dai concorsi in via di chiusura”. Il ministro non ha specificato se si riferiva all’a.s. 2023-24 o a una stima dell’anno che sta per iniziare.

Alcuni sindacati scuola e taluni rappresentanti dell’opposizione sostengono invece che i supplenti siano 250mila. Ma come stanno le cose?

Proviamo a fare un fact-checking consultando il Portale unico del ministero che ogni anno pubblica la situazione ufficiale e definitiva degli indicatori del sistema scolastico nazionale, tra cui, quello riferito anche ai docenti con contratto a tempo determinato, secondo le due tipologie richiamate dallo stesso ministro: supplenze annuali (fino al 31 agosto) e supplenze fino al termine del 30 giugno.

Vediamo i numeri, che abbiamo suddiviso – per una più approfondita comprensione del fenomeno – in numero di supplenti su posti comuni, su sostegno e totali (posti comuni + sostegno).

Va subito detto che il Portale del ministero ad oggi riporta i dati fino all’anno scolastico 2022-23, pertanto non si può dire come stanno le cose ad oggi e neanche nell’anno da poco concluso, anche se è non si è a conoscenza di stravolgimenti che abbiano potuto avere un effetto immediato rispetto al trend degli ultimi anni.

Per il sostegno, il settore che registra il costante incremento dei posti in deroga (fino al 30 giugno), la situazione dal 2015-16 al 2022-23 è la seguente:

Infine i numeri totali, che sommano sia i posti comuni sia quelli di sostegno:

Come commentare questi dati?

Innanzitutto va specificato che i numeri oggi disponibili sul portale del Ministero (fino a tutto il 2022-23) sono riferiti alla gestione di precedenti ministri, prima dell’arrivo del ministro Valditara.

Ed è vero, come ha affermato il ministro leghista, che la situazione del precariato è endemica ed è letteralmente esplosa dai tempi della Buona Scuola renziana, che aveva fatto molte immissioni in ruolo.

Il precariato sui posti comuni si è incrementato del 66% nel settennio tra il 2015-16 e il 2022-23. Una situazione che, volendo escludere che sia stata voluta e pianificata dai Governi che si sono succeduti (Gentiloni, Conte, Draghi), è andata fuori controllo.

Eppure incomparabilmente più grave è il precariato sui posti di sostegno, dove siamo “alla follia”: + 250% nel settennio considerato: da 37 mila a 129 mila docenti di sostegno precari, che ormai da due anni sono addirittura di più di quelli sui posti comuni (24 mila in più nel 2022-23), che pure in totale nell’organico di diritto sono oltre 5 volte quelli di sostegno.

Non si conoscono ancora i dati del 2023-24, primo anno della gestione Valditara in termini di costruzione dell’organico. Nel 2022-23 i docenti precari in totale erano – come abbiamo visto – 234.576. Sembra improbabile che il numero di supplenti su posti comuni e di sostegno annuali e fino al termine del 30 giugno possano essere scesi a 165 mila nel 2023-24 (se il ministro si riferiva all’anno concluso) o anche nel 2024-25 (se si riferiva all’anno che sta per iniziare). A questo punto però è bene attendere i dati ufficiali del 2023-24 e capire bene qual è il riferimento considerato dal ministro.

Per approfondimenti:

Quel balletto sul numero di supplenti: 250 mila per i sindacati, 155mila per Valditara  

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