I retroscena dell’approvazione del decreto/2: le concessioni della Moratti

Al di là delle formulazioni tecniche del testo, che è rimasto comunque come congedato dalle commissioni parlamentari, esistono ampi margini di interpretazione e di implementazione del decreto, sui quali l’Udc, in particolare, ha chiesto garanzie.
Il confronto interno ha riguardato in particolare il “tempo pieno”, la contitolarità, i compiti dei diversi docenti all’interno del team, e soprattutto il destino delle “Indicazioni nazionali”, predisposte con la consulenza del prof. Bertagna, ma fortemente invise all’Udc e ad An, che ne hanno chiesto, in sostanza, l’accantonamento, o almeno una profonda revisione.
Su questi temi la Moratti ha fatto precise concessioni alla sua maggioranza, mentre ha ribadito un secco “niet” sul limite minimo delle 18 ore per il docente di riferimento, una “linea del Piave” oltrepassata la quale si sarebbe smontata tutta l’impalcatura del progetto morattiano.
E gli impegni presi a riguardo dalla Moratti non sono rimasti parole scambiate nel faccia a faccia con Giovanardi svoltosi poche ore prima dell’inizio del Consiglio dei ministri, ma sono stati discussi in Consiglio con i colleghi dell’esecutivo di fronte al presidente Berlusconi, tanto che lo scambio di idee in proposito è stato messo a verbale. A memoria futura, evidentemente, perché per molti aspetti la partita resta aperta, e Letizia Moratti è attesa al varco dei successivi adempimenti.