
Fratelli d’Italia rilancia Gentile e la cultura classica, ma investe anche sul 4+2

Alla conferenza nazionale organizzata da Fratelli d’Italia lo scorso 30 maggio nella sede del partito, in via della Scrofa, sul tema “La scuola del futuro”, con la partecipazione dei principali responsabili del settore (tra gli altri Federico Mollicone, presidente della Commissione istruzione della Camera, Paola Frassinetti, sottosegretaria al Mim e responsabile del Dipartimento istruzione, Ella Bucalo, viceresponsabile del medesimo Dipartimento, Laura Marsilio, Alessandro Amorese e altri), più che della scuola del futuro si è parlato di quella del passato, con un omaggio alla figura di Giovanni Gentile (non alla sua riforma, si è ammesso, legata alle condizioni storico-politiche del tempo) considerato come alfiere e massimo tutore della cultura classica greco-latina, della serietà degli studi e dell’impegno scolastico.
È in questo contesto che Paola Frassinetti ha collocato la decisione del Mim di procedere alla revisione delle Indicazioni Nazionali, giudicate troppo inclini a un approccio cosmopolitico e poco attente alle radici storiche, geografiche e linguistiche della “italianità”, alla quale invece, come proposto da Ernesto Galli della Loggia (più volte citato), occorrerebbe secondo FdI formare i giovani, compresi gli immigrati, allo scopo di dare una solida base identitaria alla cittadinanza italiana. Di qui il rilancio della storia e della geografia come materie separate (no alla “geostoria” attualmente prevista in alcuni indirizzi di scuola secondaria superiore), la difesa dei classici della letteratura italiana a partire da Dante Alighieri (arbitrariamente censurato da una docente – caso isolato, va detto – preoccupata di offendere la sensibilità di alcuni alunni di fede musulmana), la richiesta di una maggiore disciplina in classe e anche di un maggiore rigore nella didattica, visto che (è stato citato Ricolfi) la caduta della qualità dell’apprendimento ha finito per danneggiare le classi sociali più sfavorite.
Nel convegno di Fratelli d’Italia, nel complesso, non si può dire comunque che abbiano prevalso i toni nostalgici o revanscisti, pur affioranti in qualche intervento, anche perché molta attenzione è stata riservata, oltre che ai licei (soprattutto al classico), alla riforma dell’istruzione tecnico-professionale e al modello 4+2, considerato decisivo per colmare l’attuale grave divario tra domanda e offerta di qualifiche professionali di livello medio-alto.
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