
CISL Scuola a Caivano: ‘Le migliori competenze dove c’è più bisogno’

Come previsto da tempo, si sono svolti il 30 maggio a Caivano, presso l’Istituto Comprensivo n. 3 “Parco Verde”, i lavori del Consiglio Generale nazionale della CISL Scuola, alla presenza del segretario generale della CISL, Luigi Sbarra, che ha pronunciato l’intervento conclusivo.
“Una scuola che non abbandona nessuno” è lo slogan scelto per caratterizzare i lavori della giornata, che si è aperta con la relazione introduttiva della segretaria generale CISL Scuola, Ivana Barbacci, e che ha visto anche la partecipazione di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano.
“La nostra presenza oggi a Caivano ha un senso preciso – ha spiegato Ivana Barbacci – che non è solo il mantenimento di un impegno assunto mesi fa con i dirigenti scolastici intervenuti con una loro preziosa testimonianza alla nostra Assemblea Nazionale: siamo qui per ribadire la necessità di sostenere quanto più possibile il lavoro che la scuola svolge nelle aree di maggiore criticità sotto il profilo socioeducativo. A Caivano, ma anche in tante altre realtà del Paese. Scuole che per le particolari condizioni in cui operano svolgono un compito fondamentale per garantire il diritto allo studio, per contrastare e contenere dispersione e abbandoni, per costruire una cittadinanza attiva e responsabile, rimuovendo in questo modo gli ostacoli alla effettiva libertà e uguaglianza di cui ci parla l’articolo 3 della Costituzione”.
Significativa la presenza ai lavori di don Patriciello, che nei giorni scorsi, forse per la gratitudine da lui espressa pubblicamente a Giorgia Meloni per gli interventi effettuati a Caivano, era stato deriso da Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che lo aveva definito il “Pippo Baudo dell’area nord di Napoli con relativa frangetta”.
Da registrare con interesse anche la decisa presa di posizione della Cisl scuola in favore non solo di un “adeguato e costante supporto formativo al personale che opera in aree di più acuta emergenza educativa” ma di “incentivi e riconoscimenti per la particolare gravosità del lavoro svolto, in una logica che punti a favorire la presenza delle migliori competenze là dove ce n’è più bisogno”. Una esplicita apertura alla differenziazione degli stipendi, e forse allo sviluppo professionale, finora un tabù per i sindacati, e non solo quelli confederali. Si vedrà. In materia, ha detto la segretaria Barbacci, “occorrono scelte chiare e coerenti anche sul piano contrattuale, su cui mi auguro si possa cominciare a ragionare il più presto possibile”. Un’intenzione promettente.
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